X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

Sette episodi da inizio anno. “Famiglia e sussidiarietà” invita a denunciare

di ANTONIO CORRADO
SI fa sempre più largo l’ipotesi investigativa di un giro legato all’usura, per spiegare i sette attentati dinamitardi, che da gennaio hanno interessato altrettante attività commerciali della città.
Le piste investigative delle scorse settimane, restano comunque in piedi, ovvero quella più inquietante perchè legata all’affacciarsi del racket di probabile matrice pugliese e quella del folle mitomane in cerca di protagonismo. Ma l’idea legata all’usura, al momento resta quella più accreditata negli ambienti investigativi, dove si stanno raccogliendo indizi e fonti di prova per arrivare all’auspicabile fermo. Un dato è certo: c’è la stessa mano criminale e modus operandi per tutti i sette gli attentati; compresa la modalità di confezionamento dell’eplosivo, che richiede una oggettiva competenza e dimestichezza con la polvere.
Certamente non è semplice inchiodare alle sue responsabilità gli autori (o il singolo) di questi gesti, proprio perchè non segue una logica criminale (ecco perchè potrebbe non essere racket), avendo colpito attività piuttosto modeste e di varia natura, alcune per giunta chiuse, come nel caso della ex gioielleria “Iacovone” in via Nazionale, o nell’ultimo episodio dell’agenzia immobiliare “Remax”, in piena fase di trasloco verso una sede più grande. Gli agenti della Squadra Mobile sarebbero in costante allerta, per tentare il blitz in flagranza di reato.
Di racket continua a parlare anche l’associazione antiusura “Famiglia e Sussidiarietà”. «Questi atti criminosi -ha dichiarato Angelo Festa, presidente dell’associazione- non possono rimanere impuniti perché colpiscono le attività imprenditoriali, che danno sviluppo al territorio, e mettono a rischio il vivere sereno della comunità. Per questo occorre alzare la testa e denunciare. La denuncia, oltre ad essere un dovere morale è una scelta economica di difesa contro il malaffare, per non soccombere alle richieste estorsive dei malavitosi che, in particolar modo nei periodi di particolare difficoltà economica, cercano di inserirsi nel tessuto economico territoriale per farlo proprio.
Per contrastare i fenomeni estorsivi e di usura, è in vigore la legge 108 del 1996 (Disposizioni in materia di usura) che prevede un Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura, con il quale viene erogato un mutuo senza interesse, di durata non superiore al decennio, a favore di soggetti che esercitano attività economica, ovvero una libera arte e professione e che dichiarino di essere vittime dell’usura e risultino parti offese nel relativo procedimento penale e la legge 44 del 1999, che prevede la concessione di benefici economici a imprenditori, professionisti, associazioni di categoria organizzazioni antiracket e antiusura danneggiati da attività estorsive. Accanto alla normativa nazionale vi è anche la legge n. 21 del 26 giugno 2015 della Regione, che prevede finanziamenti integrativi e accessori rispetto a quelli previsti dalla normativa statale in materia di usura ed estorsione.
Tali interventi prevedono contributi alle vittime di usura e di estorsione per le spese di assistenza legale e costituzione di parte civile e contributi per l’acquisto di strumenti di prevenzione e di videosorveglianza, nonché una tantum alle vittime di usura e/o estorsione per i danni personali fisici e/o psicologici e per i danni materiali a beni mobili o immobili necessari alla propria attività lavorativa». L’associazione antiracket e antiusura può essere contattata al numero 3664487510, o inviando una e-mail al seguente indirizzo: basilicatafamiglie@gmail.com.
Sull’episodio è intervenuto anche il segretario provinciale dei Verdi, Giovanni Angelino: «La situazione non può essere sottovalutata -esordisce- pertanto mi rivolgo al Prefetto affinchè possano essere rafforzate tutte le misure di sicurezza per garantire non solo chi ogni giorno decide di fare impresa ma anche i cittadini che risiedono nei palazzi che ospitano anche locali commerciali. Siamo una delle città più sicure d’Italia ma non vorrei che nel giro di poche settimane Matera possa perdere questo primato».

a.corrado@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE