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QUAL È il valore che la Regione Basilicata, del neo governatore Pittella, attribuisce alla comunicazione istituzionale?Sono recenti le notizie diffuse dal nostro giornale, dal comune di Pisticci (quello guidato da un sindaco che ha fatto votare Pittella), e altri soggetti politici e sindacali, in seguito alla Conferenza di servizi Istruttoria relativa alla bonifica dei Sin di Tito e Val Basento, tenutasi giovedì scorso al Ministero dell’Ambiente. A Roma, abbiamo appreso in questi giorni, sono emerse inadempienze della Regione rispetto al programma operativo per la bonifica dei Sin, tanto che il rischio adesso è quello di perdere i finanziamenti.

Per questa ragione è stata chiesta una ulteriore proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2014. Un po’ come dire che, se la proroga non arrivasse, di qui a giugno si rischierebbe seriamente di non fare in tempo, di non riuscire a mettere in campo quanto richiesto al fine di spendere i 46 milioni di euro disponibili per la bonifica della Val Basento e di Tito.Tutto chiaro, tutto vero. Né la Regione ha smentito qualcosa.

Anzi l’assessore Berlinguer, riconoscendo gli evidenti ritardi contestati dai funzionari ministeriali, ha annunciato un cambio di passo imprescindibile per non perdere i finanziamenti.

Un po’ come dire che finora, in Regione, qualcuno ha giocato, ha tenuto bassi i ritmi, non ha fatto quel che doveva, ha bluffato, nonostante la piena consapevolezza del rischio di perdere quei soldi, 46 milioni di euro, già al 31 dicembre, un timore che le istituzioni locali avevano manifestato da tempo e che è stato scongiurato con una prima proroga al prossimo giugno. Eppure, a quanto pare, la storia non ha insegnato nulla. Alla luce degli ultimi e preoccupanti sviluppi sarebbe giusto spiegare il senso della nota ufficialmente diffusa dalla Regione Basilicata, su Basilicatanet, lo scorso 11 gennaio. In quel comunicato si annunciava trionfalmente che “In sei mesi siamo riusciti a realizzare tutto ciò che non è stato fatto in 12 anni, ovvero dal 2002, quando Tito e Valbasento sono stati dichiarati Siti di interesse nazionale. Procederemo, nei tempi stabiliti, alle attività per la bonifica e la messa in sicurezza dei Sin”. L’assicurazione arrivò direttamente dal presidente Marcello Pittella. L’entusiasmo si basava sull’annuncio relativo alla prossima emissione dei bandi di gara per l’appalto dei lavori finalizzati alla bonifica della Valbasento. Anche Berlinguer mostrò entusiasmo:  “Gli accordi con l’Iss, l’Ispra e l’Arpab, nonché i bandi di gara di prossima emissione – disse l’assessore regionale all’ambiente – testimoniano come la tabella di marcia prosegua senza blocchi. Porteremo a termine quanto definito per la riqualificazione ambientale e la conseguente ripresa economica dei siti”.Solo che poi capita, dopo un mese, di andare a Roma al Ministero e di scoprire “inadempienze da parte della Regione Basilicata, rispetto al programma operativo previsto per i SIN, compresi l’ufficializzazione dei contratti con ISS, ISPRA e Arpab ed i relativi progetti, in parte rigettati e respinti al mittente, dal Ministero per carenza di contenuti e di strutturazione progettuale”. Passaggio che ha dovuto scrivere, non senza disagio immaginiamo, quell’amministrazione comunale di Pisticci, così vicina al nuovo governo regionale e pronta a salutare con ampi gesti di ringraziamento gli annunci dello scorso gennaio. Il Comune di Pisticci diffuse un comunicato di osanna al presidente Pittella, ringraziandolo per “il lavoro svolto che ha chiuso in pochi mesi una vicenda che si trascina da troppo tempo. L’azione consentirà di avviare i lavori di bonifica dei siti inquinati lucani anticipando addirittura la bonifica dei SIN dell’intero territorio nazionale…”.

Addirittura c’erano le condizioni per essere i primi della classe.Allora, di grazia, è possibile capire cos’è accaduto? Perché la Regione Basilicata rassicura a gennaio sulla totale affidabilità della sua azione salvo poi vedersi clamorosamente smentire un mese dopo?Delle due l’una: o le cose annunciate non sono nemmeno state intraprese oppure la parte di attività svolta è del tutto insufficiente a garantire l’impiego dei fondi nei tempi stabiliti. Come fanno, allora, i cittadini a non credere che, in pratica (a voler essere moderati nei giudizi), con la sua comunicazione istituzionale la Regione Basilicata diffonde informazioni sostanzialmente molto discostanti dalla realtà?

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