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POTENZA – Nella canzone di Venditti “Notte prima degli esami” si ricordano i momenti che precedono gli esami di maturità, ore di apprensione, di studio, durante le quali anche i familiari assumono le sembianze dei grandi autori: tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto – dice il noto cantante romano.
Certo è che sostenere un esame significa non solo misurare le proprie capacità, mettersi alla prova, ma è anche l’occasione per iniziare a compiere scelte consapevoli e fondamentali per la costruzione di un percorso professionale e di vita. Tanti sono gli studenti lucani che si troveranno davanti a un foglio bianco, a pagine da scrivere cariche di nozioni acquisite e di pensieri da argomentare.
Per un giorno – e per il futuro si spera – sarà indispensabile cercare le risposte dentro se stessi, sarà spontaneo mettere insieme quanto si è appreso nel corso degli anni, sarà auspicabile fare ricorso alla logica come esercizio costante tra i banchi di scuola e nelle esperienze del quotidiano. È severamente vietato l’uso dei cellulari e di internet! Ciò che conta allora è quanto è stato fatto con impegno e dedizione nel tempo. Un dispositivo esterno non potrà essere la soluzione al problema dato che l’orizzonte del web sarà alla portata solo dei più curiosi, di coloro che dall’esterno si interrogheranno sulla fattibilità o meno dell’analisi del testo o del tema di storia, di quanti presi dalla nostalgia dei tempi passati proveranno a fare appello alle scolastiche reminiscenze. I veri protagonisti della giornata di trepidazione saranno, invece, 5570 studenti lucani, di cui 5342 candidati interni e 228 esterni. Complessivamente in Basilicata si insedieranno 148 commissioni con 513 commissari e 143 presidenti in 293 classi. Chiari, dunque, i dati numerici forniti dall’Ufficio scolastico regionale. Avvolte nel mistero, invece, le temute tracce. In questo caso si può solo ipotizzare! Santino Bonsera, presidente del Circolo Spaventa Filippi, per un quarantennio ha insegnato italiano e latino prima al liceo di Marsico Nuovo, poi al liceo scientifico Galileo Galilei di Potenza. Per molti anni ha fatto parte delle commissioni d’esame, e in nome di una grande passione per il suo ruolo di educatore ha provato a rispondere alla fatidica domanda: quale o quali autori usciranno quest’anno? «Credo una figura che ha espresso la condizione di disagio e precarietà dell’uomo come Ungaretti – risponde Bonsera – in occasione del centenario della Grande Guerra potrebbe essere pertinente una personalità che ha ampiamente descritto il senso di sradicamento, ancora di grande attualità. Non escluderei neppure l’analisi di un brano tratto dai Quaderni del carcere di Antonio Gramsci. Il tema di attualità, invece, potrebbe vertere sulla delicata questione dell’emigrazione che negli ultimi giorni sta assumendo i contorni di un esodo biblico». E la versione di latino? «È all’ordine del giorno un bisogno di restaurare, di ricostruire la società – vedrei bene allora un brano tratto dal “De Republica” di Cicerone. Ai miei tempi gli esami di maturità erano percepiti come un momento di emancipazione, di risalto della ratio da uno stato di minorità – conclude il professore – oggi sembra quasi che abbiano assunto la veste di una bugia convenzionale!». È questa, forse, la conseguenza di un appiattimento del sapere determinato dal fatto che i docenti sono costretti a compilare verbali su verbali, e riescono a dedicarsi sempre meno alle esigenze degli allievi? Secondo Bonsera l’eccesso di burocrazia toglie tempo e spazio alla formazione del singolo e genera una massificazione di idee e azioni. È un effetto voluto o casuale? La risposta risiede nel cammino di conoscenza che ciascuno è in grado di compiere.

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