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POTENZA – Di chi è il merito dell’aver fatto approvare un emendamento che sostanzialmente cancella l’ennesimo scippo ai lucani sul fondo carburanti? Due giorni  fa Viceconte confluito nel Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano ha annunciato tutto con un breve comunicato chiudendo sembra definitivamente la pratica sulla questione della metanizzazione del Cilento. Quindi è grazie al governo se quel passaggio della legge di stabilità è stato ritirato? Nient’affatto. Ieri sera, mentre i lavori in commissione sugli emendamenti erano ancora aperti, tant’è che ormai la legge sul bilancio dello stato sarà una questione di voto di fiducia, abbiamo raggiunto telefonicamente Cosimo Latronico, deputato di Forza Italia che ha chiaramente indicato i due emendamenti (1.4003.3 e 1.4004.1).

La questione è semplice, la modifica che blocca lo scippo di 10 milioni di euro all’anno da parte della Campania è opera sua, ed è stata presentata poi dal relatore e approvata in sede di Commissione.

Dunque Latronico aveva proposto due modifiche: la prima riguardava la questione sulla metanizzazione del Cilento, che non si farà più con i soldi del fondo idrocarburi ma attraverso i fondi Fas, i famosi fondi europei per il sud che ancora oggi risultano congelati, tant’è che in Campania è già scoppiata la protesta, e la seconda invece che chiamava in causa la questione Veneta. Perché di scippi ai lucani ne sono stati fatti due. Il primo riguarda il Cilento, il secondo è relativo alla vecchia questione ceneta, che ha già alle sue spalle una pronuncia del Consiglio di Stato a favore. In sostanza in quel passaggio si regala alle Regioni che possiedono i rigassificatori una parte dei fondi destinati al bonus benzina. Tutto questo nonostante in quelle Regioni, Veneto in primis, non ci sia vero e proprio sfruttamento minerario (e quindi estrazione).

La questione Latronico l’aveva presa a cuore, anche perché la questione bonus benzina è da sempre stata una grande battaglia del centrodestra lucano. Dunque in questo secondo emendamento Latronico ha proposto di eliminare dai beneficiari del fondo le Regioni con rigassificatori. Ma la questione, stando a quanto dice il Governo, non potrà essere discussa in relazione alla legge di stabilità. E lo specifica anche in un comunicato: «Abbiamo evitato – dice – che le royalties del petrolio della Basilicata finanziassero il programma di metanizzazione del Mezzogiorno. Ho anche provato a correggere la norma contenuta nell’art. 45 della legge 99/2009 per impedire interpretazioni che hanno di fatto bloccato  il fondo da tre anni per 250 milioni di euro per la pretesa di altre regioni di attingere allo stesso per compensare i territori in cui insistono impianti di rigassificazione. Il contesto della legge di stabilità non ha consentito di approvare la proposta emendativa, ma il governo ha approvato un mio ordine del giorno con cui si impegna a chiarire definitivamente la questione riconoscendo il diritto alle royalties alle regioni dove si estraggono le risorse minerarie». Dunque è stato stabilito un ordine del giorno da parte del Governo che aprirà la discussione anche su questo fronte.

Si potrebbe dire che è una vittoria a metà, ma intanto il prelievo è stato definitivamente sventato. Ora, la questione si fa più politica e riguarda Viceconte, che con un colpo di mano, bluffando anche sui contenuti, ha preferito far propria la questione facendolo passare come un dietrofront del governo. Una bella presa in giro che ben chiarisce le divisioni tra Ncd e Forza Italia alla ricerca della “paternità” di un salvataggio. Ma la questione sul maxi emendamento continua ad essere una questione aperta, anche perché Pittella dà un’altra versione dei fatti ancora.

v.panettieri@luedi.it

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