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POTENZA – Era stata proprio il sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, la senatrice Ncd Simona Vicari, ad esultare qualche mese fa per l’emendamento proposto alla legge di stabilità che prevedeva un prelievo di 10 milioni annui dal fondo idrocarburi per contribuire alla metanizzazione del Cilento. Adesso è dovuta tornare sui suoi passi dopo la “rivolta” di una regione e dei parlamentari lucani, dal Pd passando per Forza italia e Nuovo Centrodestra. E in sostanzna lo “scippo” adesso dovrebbe essere definitivamente sventato. La metanizzazione del Cilento si farà ma con fondi che saranno reperiti altrove, mentre non si metteranno le mani sul fondo idrocarburi. Insomma, forse l’emendamento che prevedeva la costituzione di tanti fondi per ogni regione interessata da sfruttamento petrolifero, l’assoluta autonomia d’utilizzo delle risorse, la possibilità di svincolarsi dal patto di stabilità e in conclusione la possibilità di far confluire i contributi degli ultimi tre anni, ha preoccupato non poco lo Stato che ha deciso di fare un passo indietro. Diversa è la questione per quanto riguarda il Veneto. Lì una sentenza del Consiglio di Stato ha dato ragione alla richiesta delle regioni del nord. Ma stavolta l’idea di prendersi una parte del 3% destinato al bonus non è stata proprio facile da digerire. Prima Marcello Pittella, che ha rilanciato un referendum tra i lucani che ha raccolto appoggi bipartisan, poi i parlamentari del Pd con un loro emendamento volto a stravolgere le carte e a consegnare nelle mani della basilicata la piena autonomia sulla gestione del fondo e alla fine la marcia indietro di Simona Vicari. Ad annunciare comunque questo passaggio all’interno della discussione sul bonus idrocarburi è Guido Viceconte, che ha assicurato che il bonus resterà ad uso esclusivo dei lucani. Bisognerà vedere se questi soldi saranno finalmente sbloccati e ripartiti tra gli automobilisti lucani.

Ma il problema adesso è un altro, ovvero quello di riaprire la discussione sull’effettivo funzionamento delal card benzina e sul fondo idrocarburi. Forse è la volta buona per rivalutare le operazioni da mettere in porto utilizzando un fondo strategico per la Basilicata. Ma prima è necessario scongelare la ripartizione, fermo restando che questo fondo si finanzia al 90% con le royalties provenienti dalle estrazioni in Val d’Agri. E nel 2016, con l’apertura di Tempa Rossa il gettito dovrebbe anche aumentare. Il discorso quindi potrebbe ritornare alla base, ovvero sull’opportunità di poter ridiscutere la percentuale di royalties che arrivano alla regione Basilicata. D’altronde, dopo l’alluvione nel metapontino, Marcello Pittella aveva fatto capire che l’interlocuzione tra parlamentari lucani e amministrazione regionale doveva portare a qualche risultato concreto per la regione. Un primo passaggio sembra essere questo, ma resta l’impegno per tirare fuori due milioni di euro per aiutare le zone alluvionate. Diciamo che una battaglia è stata vinta, ma non l’intera guerra.

v. p.  

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