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POTENZA – Dopo una prima piuttosto malriuscita sono andati direttamente al cuore del problema: al Mobility Center, fino a qualche giorno fa capolinea degli autobus urbani della città e oggi una piazza vuota, per parlare direttamente con l’assessore comunale ai trasporti Bellettieri.
Sono i cittadini delle zone rurali della città, 18.000 abitanti in tutto, infuriati con l’amministrazione comunale per questo Piano trasporti che li esclude completamente dalla città. Quattro sono infatti le corse: 7,15 e 13,50 all’andata e poi 16,40 e 21 al ritorno, a fronte delle sei del vecchio piano.
La prima difficoltà l’incontrano studenti e lavoratori, arrivati a scuola e sul posto di lavoro con un minimo quarto d’ora di ritardo. Perché incomprensibilmente gli altri autobus urbani e le altre linee scolastiche hanno la prima corsa alle 7. Dopo le 13,50, inoltre, non è più possibile raggiungere la città così come non è più possibile tornare a casa dopo le 16,40, se non aspettando le 21, creando problemi soprattutto agli studenti universitari che a quell’ora ancora non hanno terminato le lezioni.
L’assessore ha ascoltato tutti, prendendo nota delle criticità ma non ha dato alcuna risposta certa rispetto alla possibilità di un cambiamento: la riduzione delle corse, infatti, è dovuta all’insufficienza di disponibilità finanziarie che ha portato al taglio dei chilometri. Ancora una volta, dunque, viene chiamata in ballo la Regione Basilicata, perché solo l’arrivo di risorse economiche può risollevare la situazione permettendo il rispristino delle corse. Ma i problemi, diffusi, non sono esclusivamente appannaggio della riduzione dei chilometri su gomma.
Ciò che viene denunciato è il criterio con cui è stato fatto partire il piano – dopo due mesi e mezzo dall’approvazione in consiglio comunale e senza il cambio della cartellonistica alle fermate su orari e corse – e la sua struttura generale: lunghe percorrenze sia da un punto di vista di numero di fermate che di tempi di percorrenza, l’assenza dell’Università tra i poli attrattori tant’è che adesso passano solo due linee dal Campus di Macchia Romana, con una delle due con capolinea al ritorno dall’ospedale San Carlo. E ancora linee scolastiche inadeguate rispetto alle esigenze degli studenti, con l’ultima corsa alle 13,30 in concomitanza con il suono della campanella.
E sulla questione intervengono anche i Giovani Democratici, che in una nota scrivono: «L’amministrazione De Luca si dimostra inadeguata e approssimativa nell’affrontare un tema fondamentale per la nostra città». Questi gli aspetti denunciati del nuovo piano: «Ritardi anche di ore rispetto al previsto, incongruenze progettuali e mancanza di informazioni (delle corse è stata resa pubblica solo l’ora di partenza, mentre gli orari delle fermate intermedie e del capolinea sono demandati all’attesa e alla “speranza”) sono state registrate ovunque in città, e da tutti gli utenti».
Frutto di «improvvisazione e leggerezza con cui si è provveduto ad affrontare la questione trasporti con il solo obiettivo di dare “parvenza” di efficienza. Come si può pensare, ad esempio, di coprire in modo puntuale e funzionale all’apertura delle scuole una linea di 20 chilomentri come la S7 tra Bucaletto e via Danzi che serve, in 16 fermate, diversi istituti scolastici (Galilei, Alberghiero, il Salvator Rosa, il Nitti, il Liceo artistico, la scuola media Sinisgalli, il Falcone, il Conservatorio e il Leonardo Da Vinci) avviando la corsa alle 7 e tenendo conto dei tempi di fermata e della velocità media dei bus che a Potenza non supera i 10 chilometri orari non potendo disporre di strade larghe e corsie preferenziali?».
Disposto ad apportare cambiamenti l’assessore: «Stiamo verificando – ha dichiarato Bellettieri – le migliori soluzioni. Siamo impegnati da giorni al massimo, anche se Cotrab che non ci sta supportando in alcuna maniera, per cercare di giungere a scelte che contemperino al meglio le esigenze della maggior parte dei cittadini, consapevoli però che il taglio della metà dei chilometri percorsi e dei due terzi della spesa sostenuta per l’erogazione del servizio non possono non provocare oggettive difficoltà. Cercheremo di stilare un servizio che sia il più rispondente possibile alle esigenze di tutti».

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