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E’ Simona Cristiano, un’infermiera di 30 anni che prestava servizio sulle ambulanze del 118, l’ideatrice e la mandante dell’aggressione al suo ex fidanzato, anche lui infermiere, romano di 32 anni che lo scorso 30 aprile, a Roma, fu raggiunto al volto dall’acido muriatico mentre era in attesa del trenino Roma-Lido per tornare a casa. Ma l’esecutore materiale dello sfregio è un calabrese che attualmente è ricercato. Pare che sia stato «assoldato» dall’infermiera forse anche con la promessa di prestazioni sessuali

Si tratta di un uomo che alla fine degli anni ’90 in Sicilia strangolò la moglie che si opponeva al divorzio.    Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile, coordinati dal pm Eugenio Albamonte, la donna gli avrebbe commissionato il blitz per vendicarsi dell’ex fidanzato che l’aveva lasciata. Da poco meno di sei mesi era finita la loro relazione, nata sul lavoro, e da allora il 32enne era stato tempestato da telefonate ed sms ad ogni ora del giorno e della notte, tanto da sporgere denuncia al commissariato per stalking.   

«Non è mai stata una storia d’amore importante – avrebbe detto l’ex fidanzato – ci conoscevamo da poco. Lei ha lavorato all’ospedale Vannini come tirocinante infermiera e da lì era nata una storia. Dopo che ci siamo lasciati ha cominciato a tormentarmi». La vicenda era seguita da tempo dagli agenti del commissariato di Tor Pignattara, che avevano anche inoltrato una richiesta di provvedimento di allontanamento della donna, affinchè evitasse la frequentazione di alcuni luoghi dove spesso si trovava anche il suo ex.   Messaggi, pedinamenti, minacce e telefonate a qualsiasi ora. 

Una persecuzione culminata il 30 aprile, dopo tante denunce da parte dell’infermiere che era in attesa del trenino con una amica: il liquido colpisce al volto l’infermiere e all’avambraccio l’amica, che resta solo leggermente ferita. L’aggressore si dilegua nel nulla mentre la vittima viene trasportata d’urgenza prima al Vannini con dieci giorni di prognosi e poi al Sant’Eugenio per le gravi ustioni che  rischiano di sfigurargli il volto. E, come non bastasse, nella serata dell’aggressione gli arriva anche l’ennesimo sms «al veleno» da un numero sconosciuto che la polizia ha però collegato all’ex fidanzata. Un messaggino “beffa” che però ha inchiodato l’infermiera alle sue responsabilità

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