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di Pietro Scognamiglio
C’E’ anche quella di Potenza tra le procure che affiancano Cremona nelle indagini sul nuovo filone di calcioscommesse. Non ancora un esplicito collegamento tra lo scandalo attuale e il polverone che portò nel 2009 all’arresto di Giuseppe Postiglione, ma una linea di continuità viene comunque ipotizzata. La lente di ingrandimento degli inquirenti potentini si è focalizzata su tre partite della stagione appena conclusa, inserite nel rapporto dell’agenzia specializzata Agipro sui 36 match sospetti attenzionati dai Monopoli di Stato e da varie procure italiane. Si tratta di Brindisi-Vibonese del 19 dicembre 2010 (0-0), di Taranto-Benevento del 13 marzo 2011 (finita 3-1) e di Bari-Livorno di Coppa Italia del primo dicembre (4-1 per i pugliesi).
PERCHE’ A POTENZA? Proprio nella mattinata di ieri il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso aveva parlato di partite condizionate dai clan malavitosi: “da Napoli a Potenza, fino a Reggio Calabria, sono diverse le inchieste che evidenziano questo intreccio”. Due le interpretazioni che filtrano sul coinvolgimento della procura lucana: in primis si parla di un flusso anomalo di giocate sulle tre partite in questione registrato nel territorio potentino. Un dato non sfuggito ai bookmaker che l’avrebbero segnalato alle autorità competenti. Ma da fonti vicine alla procura di Bari si ipotizza anche un’azione parallela dei due uffici: i giudici di Potenza e quelli del capoluogo pugliese avrebbero iniziato a collaborare ai tempi dell’inchiesta “Arma letale” (2007-2008, coinvolto Antonio Cossidente) da cui poi si è arrivati al filone calcistico e agli arresti sulla scia della combine Potenza-Salernitana del 20 aprile 2008. Il nuovo materiale investigativo potrebbe aver riattivato la sinergia tra le due procure, basata sulla presenza – nel nuovo calderone delle gare sospette – di squadre già citate all’interno degli atti che il pm antimafia Francesco Basentini girò a suo tempo al capo della procura Figc Stefano Palazzi. Sul piano sportivo pagarono solo Potenza e Salernitana per la compravendita della partita, ma nessuno è stato incriminato per il giro di risultati sospetti che coinvolgeva, tra le altre, anche Livorno, Lecce e Taranto. A tal proposito Postiglione, ancora alla guida del suo Potenza Sc relegato in Eccellenza, ha voluto sottolineare come nell’iter giudiziario che l’ha coinvolto in prima persona non vi sia stata “alcuna segnalazione di giocate e vincite anomale da parte degli operatori di scommesse e dei Monopoli, a differenza del nuovo filone per il quale la procura di Cremona sta producendo riscontri oggettivi”.
LA DENUNCIA Brindisi-Vibonese, lo ricordiamo, era già salita agli onori delle cronache quando Vittorio Galigani – ex dg del Potenza e all’epoca dei fatti, nella stagione scorsa, presidente del Brindisi – aveva presentato un esposto alla Figc invitando gli 007 federali a indagare sulla condotta dei suoi stessi giocatori, accusati di aver falsato il risultato. Dopo qualche giorno vennero diffusi i dati ufficiali: il 72% delle giocate si era concentrato sul pareggio. E lo 0-0 finale non ha tradito.

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