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CASSANO ALLO IONIO (CS) – «La Regione Calabria non ha avuto bisogno dell’esondazione per intervenire sulla valorizzazione di questo bene culturale così importante per l’umanità che è Sibari, avendo previsto già cinque milioni di euro nel Piano dei Beni Culturali approvato dalla giunta regionale nel mese di ottobre». Lo ha detto l’assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri, nel corso di una conferenza stampa tenuta nel Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide per fare il punto sulla situazione dell’area archeologica di Sibari invasa da acqua e fango dopo l’esondazione del fiume Crati. «Il presidente Scopelliti – ha aggiunto Caligiuri – sta seguendo quotidianamente lo sviluppo della situazione. Ci siamo attivati, con un colloquio costante con il ministro Barca, per utilizzare dei fondi rilevanti del piano di Azione e Coesione e indirizzarli verso Sibari, che è un bene dello Stato, di proprietà dello Stato, e la Regione sta intervenendo, in maniera adeguata, per poterlo valorizzare, perchè questo è il nostro compito. Dopodichè abbiamo cercato di creare tutte le condizioni con le istituzioni, dal Comune ai vigili del fuoco e alla Provincia, per determinare tutta una serie di interventi che siano strutturali. Non a caso la Sovrintendenza regionale dei Beni culturali interverrà già in settimana con un pronto intervento di somma urgenza per cominciare a rimuovere i fanghi che sono depositati sui resti archeologici e la regione Calabria, in seguito, metterà a disposizione tutte le risorse che saranno necessarie per intervenire in modo definitivo per rimuovere i fanghi. Le risorse ci sono e ci sono già dal mese di ottobre». «Inoltre, l’ufficio del Commissario per il dissesto idrogeologico, con il quale siamo in costante contatto così come con la Protezione Civile nazionale – ha proseguito –  bandirà una gara d’appalto in questa settimana per la progettazione e conferirà l’incarico, speriamo entro il mese di giugno, per un importo di quattro milioni di euro per l’intervento definitivo della ristrutturazione degli argini sui quali, prontamente, è intervenuta già la Provincia di Cosenza che ha rimosso il pericolo più immediato». 

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