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CATANZARO – La ricerca del “consenso della gente” per sconfiggere definitivamente la ‘ndrangheta. Il generale Adelmo Lusi, comandante della Legione carabinieri Calabria, lascia il suo incarico dopo oltre tre anni. Per lui il vuovo e prestigioso ruolo di vice direttore operativo vicario della Direzione Investigativa Antimafia. E nel chiudere questa sua esperienza ha tracciato un bilancio della sua attività, sottolineando l’esigenza di una cooperazione tra forze dell’ordine, magistratura e cittadini. Unico modo, secondo l’alto ufficiale, per sconfiggere la ‘ndrangheta.

Lusi lascia la guida del Comando Legione nella giornata di martedì, quando si svolgerà la cerimonia di avvicendamento. Al suo posto arriva una “vecchia” conoscenza della Calabria: il generale Aloisio Mariggiò, in passato comandante provinciale prima a Catanzaro, dal 1998 al 2002, e poi a Cosenza, dal 2005 al 2008.

In una lettera aperta, il generale Lusi ha sottolineato il periodo trascorso in Calabria: “Tre anni intensi, difficili, impegnativi, ma ricchi di successi e soddisfazioni – ha detto – che mi hanno arricchito sia sotto l’aspetto professionale che dei rapporti umani intessuti con i rappresentanti delle istituzioni e con i tanti cittadini calabresi che mi hanno manifestato sentimenti genuini di amicizia e di considerazione per l’opera svolta dai carabinieri in favore delle comunità”. 
Nel bilancio del generale Lusi si evidenzia che, nonostante la crisi economica che ha interessato pure l’Arma, “nel settore delle operazioni si è provveduto all’acquisizione di tecnologie d’avanguardia per migliorare sempre più la risposta dello Stato all’aggressione della criminalità organizzata, ed in particolare alla ‘ndrangheta. Particolare attenzione – afferma l’alto ufficiale – è stata rivolta alla cattura dei latitanti e tale settore ci ha regalato grosse soddisfazioni: 65 di essi sono stati assicurati alla giustizia, di cui 2 di massima pericolosità (Condello e Trimboli), 9 pericolosi e ben 31 affiliati alla ‘ndrangheta. Nel settore delle misure di prevenzione patrimoniale si è proceduto al sequestro di 1441 beni per un valore di 660 milioni di euro ed alla confisca di 636 beni per un valore di circa 270 milioni di euro”. 
Secondo Lusi, “l’attività di contrasto alla ‘ndrangheta è stata molta positiva ed ogni indagine ha confermato la vitalità e la estrema pericolosità di questa organizzazione criminale che, grazie alla enorme disponibilità di denaro frutto soprattutto del traffico di stupefacenti e delle estorsioni agli imprenditori, ha da tempo esteso i propri artigli in altre regioni e in altri Stati, fino a diventare un vero e proprio network globale”. Secondo il generale Lusi, dunque, la ‘ndrangheta “non è invincibile, è sarà definitivamente sconfitta quando all’efficacia dell’azione delle forza dell’ordine e della magistratura seguirà lo spostamento del consenso della gente dalle forze del male alle forze del bene”.
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