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POTENZA – Alcuni lumini accesi, qualche post appoggiato sugli hashtag di solidarietà e la presenza: non che le cose cambino, certo, ma esserci è un segnale.
Al sit in lanciato a Potenza da Cgil, Cisl e Uil c’erano ragazzi e adulti, genitori con bambini, facce note e non. «Da cittadini» erano tutti lì per provare a dire qualcosa, almeno con la presenza, su quanto accaduto.
Mentre ancora si inseguivano da Parigi resoconti e aggiornamenti sugli attacchi di venerdì sera, la consapevolezza passata tra i capannelli era che la paura alza con più facilità nuovi muri, nuovi divisioni.
Il pensiero in piazza era per le vittime degli attentati terroristici di Parigi, ma anche al futuro, quello prossimo e quello un po’ più distante. Per resistere al terrore servono speranza, buon senso, coscienza. Altro odio sicuramente no.
In piazza c’erano anche gli sguardi veloci agli smartphone e qualche battuta sulla sera prima: la diretta seguita in tv, le notizie dei conoscenti in Francia. I lucani a Parigi stanno tutti bene, la Farnesina non ha diffuso segnalazioni.
«Io vivo a Parigi da anni ormai, ma non si puo vivere sempre in terrore», ha scritto su Facebook Francesco Di Silvio. Il produttore cinematografico lucano, originario di Palazzo San Gervasio, trapiantato in Francia da tempo è uno dei tanti lucani che nella capitale francese hanno vissuto l’attaco terroristico. «Lo vedo ovunque questo allarme continuo. Amo molto la città dove vivo, ma se continua così son costretto a lasciare questo Paese in guerra totale».
Tra gli studenti lucani a Parigi c’è anche Claudia Schettini, che proprio venerdì pomeriggio, racconta online, stava scrivendo un paper sul tema del terrorismo. L’argomento, approfondito in modo distaccato fino a quel momento, le si è buttato addosso – confida condividendo lo sgomento su Facebook. «Non dimenticherò il numero immenso di volanti della polizia e ambulanze che sfrecciavano da tutti i lati, la corsa verso casa, la paura che ho provato, il pensiero verso i miei compagni e amici di università». Cordoglio è stato espresso anche dal sindaco di Potenza, Dario De Luca.
Pietro Sanchirico, coordinatore regionale Italia Unica, si è affidato a una nota: «La UE deve avere una politica più chiara e forte in materia di immigrazione sia in termini di meccanismi di selezione all’entrata sia in termini di integrazione. Non può essere lasciata ai singoli Paesi che costituiscono i confini stessi della UE, l’onere e la responsabilità di “difendere” tali confini e determinare la politica d’immigrazione comune. La pace nel Mediterraneo è condizione di pace e serenità per tutti i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo e dell’Europa». La pace, appunto.

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