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POTENZA – Sono cresciuti. Molti hanno mogli e figli e così la festa la guardano con occhi un po’ diversi. Alla base c’è sempre il divertimento, il bene per la propria città ma anche la necessità di fare piccoli passi in avanti.
Così, “I portatori del santo”, regalano a Potenza quest’anno in onore di San Gerardo il concerto dei Tiromancino oggi alle 21 in piazza Prefettura e non solo.
Da ieri sono state aperte le cantine, in piazza Mario Pagano, che oltre a formaggi, tarallucci e vino offrono come novità anche arrosticini, salsicce e maiale arrosto.
Non si rinuncerà comunque al solito cannito che passerà tra la folla, alle quadriglie, alle tarantelle di Agostino Gerardi dopo i concerti del “Potenza folk festival”, che ieri ha ospitato i Mascarimirì, dal Salento.
Domani toccherà alla Calabria con “Il parto delle nuvole pesanti”, in attesa del pranzo del 29 in largo Pignatari anche questo con qualche novità: i piatti, infatti, saranno cucinati in loco da chef lucani e serviti da uno staff di camerieri.
«Perché quando si balla si balla – dice Gennaro Favale, presidente dell’associazione – ma quando si mangia si mangia». Tutti questi segni di un cambiamento, insieme alla costituzione del gruppo under 30 «per consegnare il testimone – dice Favale – e allo stesso tempo continuare la tradizione. Si tratta di un gruppo che ha proprie iniziative e propri progetti, ovviamente condivisi con tutta l’associazione».
In tutto il gruppo de “I Portatori del Santo” si aggira intorno alle 120 persone. Nonostante molte donne siano anche loro associate «quando arrivano i festeggiamenti – racconta sempre Favale – ci dicono: ecco, comincia la settimana della passione».
In realtà l’impegno è quasi tutto l’anno. Quest’anno poi è cominciato ben presto per promuovere l’attività di crowdfunding per raccogliere fondi destinati al Festival: «Abbiamo avuto una bella risposta non solo in termini di risorse ma di partecipazione. Ci è servito anche a far comprendere meglio lo spirito dell’iniziativa, che quest’anno porterà molti potentini fuori sede a tornare solo per San Gerardo, tradizione di cui alcuni avevano perso il senso».

an. mart.

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