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POTENZA – Tra le nuove accuse per Antonio Autilio, capogruppo in consiglio regionale dell’Idv, c’è anche la ricevuta da 276 euro dell’acquisto un treno di gomme per un «autocarro» di Gaetano Cantisani. E sul coordinatore regionale dei dipietristi monta la polemica degli ex.

Sono parole infuocate quelle che Mario Caputo, ex coordinatore dell’Italia dei Valori di Melfi, ha raccolto ieri mattina in una nota rilanciata subito dal consigliere regionale Enrico Mazzeo, eletto nelle file del partito guidato dall’ex pm di Mani pulite e poi transitato nel gruppo misto.

«Gli appelli, quasi giornalieri, di Gaetano Cantisani, Commissario (liquidatore ?) di quello che resta dell’Idv di Basilicata, non possono lasciarci indifferenti». Scrive Caputo. «Molti di noi, vecchi e nuovi ex Idv, aspettano ancora chiarimenti circa le cause del clamoroso fallimento del partito di Di Pietro, soprattutto nella nostra regione. Innanzitutto si dovrebbero far conoscere, doverosamente, le responsabilità specifiche dei dirigenti lucani, nei ruoli politici ed istituzionali. Il clamore di “rimborsopoli” in Basilicata è stato tale da interessare anche le cronache nazionali, finanche con servizi televisivi, ma non è riuscito a smuovere il silenzio imperturbabile del Cantisani. Forse era all’estero oppure distratto dalla cura delle proprie auto, anch’esse al servizio attivo del partito (come apprendiamo dalla stampa in queste ultime ore). Oggi egli continua a tacere su tali vicende, anche sulle ultimissime notizie».

Caputo dà a Cantisani dell’«arcigno fans della dirigenza in auge, sempre in prima fila, solerte cultore dell’applauso partecipativo e, nello stesso tempo, pronto ad intervenire, fermo censore, per contrastare ogni rilievo critico interno, esternandolo, duramente, a volte, anche sulla stampa». Poi denuncia che «l’Idv, il partito che professa la trasparenza ed il rispetto delle regole, è stato ed è vittima dei suoi stessi esponenti regionali, molto, troppo, ascoltati (e protetti) a Roma». Quindi ricorda chi come lui è «dovuto» andar via, dopo aver fatto rilevare «a ragione, una serie di gravi anomalie».

«Molti di quelli che si sono allontanati a tempo debito – aggiunge – hanno dimostrato, poi, nei fatti, la coerenza, la correttezza ed il rispetto delle regole, sapendo guardare ed operare per gli interessi veri dei cittadini lucani (…) All’epoca delle (allegre) cooptazioni furono ignorate, in particolare a Matera, le rimostranze di associazioni serie e credibili, preferendo l’ingresso di personaggi con un passato politico discutile e dissonante rispetto alle battaglie ideologiche dell’Idv. Ma a tutti torna in mente, con facilità, l’entusiasmo plaudente dello stesso Cantisani, divenuto sollecitamente organico alla politica di servigio di questi personaggi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti».

Infine si domanda quale sia «il senso di un gruppo regionale, ancora denominato Idv, i cui stessi esponenti si candidano o sono impegnati a sostenere, contemporaneamente, il Centro Democratico».

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