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VENEZIA – parla di un giallo, Matera rispedisce la provocazione al mittente.
La querelle a distanza che, ieri, ha messo a confronto le due città, candidate ad essere capitale europea della Cultura nel 2019, è basata sull’adesione del poeta Andrea Zanzotto al manifesto di sostegno alla città dei Sassi.
Nel titolo del Gazzettino di Venezia di ieri si lancia l’ipotesi di un giallo sulla sua firma, sospetto rispedito al mittente in poche ore, come conferma Antonio Calbi (promotore di Prospettiva Matera 2019 che, proprio pochi giorni fa, ha presentato l’elenco delle personalità dell’arte e della cultura che hanno sostenuto la candidatura).
Nell’articolo del quotidiano veneto, a firma di Paolo Navarro Dina che parla, tra l’altro di una operazione che sarebbe «Farina del sacco di uno degli organizzatori del Comitato locale che ha buone conoscenze nel mondo dello spettacolo in Italia.
Tutto qui. Insomma tutto da dimostrare».
La singolar tenzone fra le due città, si gioca attorno alla firma, o meglio adesione, del poeta trevigiano Zanzotto che, secondo le fonti venete, non avrebbe mai apposto la sua sigla.
«Il poeta Zanzotto ha ragione nel dire che non ha firmato nulla – chiarisce Calbi, che demolisce il finto mistero – perchè non c’era nulla da firmare nè votare. Il suo è un appoggio morale alla candidatura.
I 100 nomi della cultura italiana da me raccolti, e tutti hanno espresso un’adesione convinta ed entusiasta, sono un sostegno alla candidatura, un’auspicio che sia una città del Sud, questa volta a meritare di elevarsi per un anno, a Capitale europea della Cultura».
Nella nota che Antonio Calbi ha inviato a Navarro Dina il confronto fra le due città passa attraverso le anime che le contraddistinguono: Venezia legata all’acqua e Matera alla pietra.
«Sarebbe bello, nel caso vincesse Matera – prosegue Calbi – che Venezia le fosse alleata, e viceversa.
Ha qualcosa di magico, questo dialogo da lontano fra due città speciali: una galleggiante sull’acqua, una scavata nella roccia tufacea; la prima solare e teatrale, l’altra intimista e defilata. Paiono sorelle gemelle, seppure diverse, e davvero paiono uscite dalla mente e dalla penna di Italo Calvino, che sicuramente oggi avrebbe scritto un’addenda al suo celebre le Città Invisibili, perché la fiaba è l’anima sia di Venezia sia di Matera».
Il tentativo di montare un caso fra le due candidature, parlando di petizioni in opposizione poco sembra avere in comune con un’operazione di promozione e valorizzazione di territori che si candidano ad un riconoscimento prestigioso.
Sembra profilarsi una polemica che serpeggia fra la politica e l’annosa questione del sud e che non fa bene ai protagonisti della vicenda.
Lo spiega bene Calbi che aggiunge: « Venezia non è soltanto una Capitale Europea bensì una Capitale Mondiale della Cultura, con il suo straordinario patrimonio d’arte e di manifestazioni che la collocano senza eguali nel circuito delle città d’arte del pianeta.
Non ha affatto bisogno di travestirsi da se stessa per una manciata di mesi: è il cuore della cultura italiana e mondiale tutto l’anno, lo è tutti gli anni, da secoli. Non ha bisogno di partecipare al ballo delle debuttanti!
E’ donna matura e navigata. Matera, invece, ha un grande bisogno di partecipare a questa competizione e di vincerla».
A stonare, in particolare, è il tentativo di coinvolgere Andrea Zanzotto che dalla sua Pieve di Soligo risponde un po’ irritato al cronista veneto che lo interroga sperando di “scovare” segreti che in realtà appartengono solo al monotono e obsoleto campanilismo italico.

Antonella Ciervo

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