X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

MATERA – Rocco Papaleo, a Matera, insieme a Claudio Lippi e al grosso del cast de “L’anno che verrà”, è arrivato ieri, ma per l’attore e registi quelli appena passati sono stati giorni trascorsi in famiglia, a Lauria, per un Natale che l’ha visto meno di corsa rispetto agli altri anni. L’ultimo dell’anno però per lui sarà più frenetico, parteciperà come “padrone di casa” alla grande festa televisiva su Rai Uno da Matera. Quando interrompiamo per un po’ le sue feste in famiglia per un’intervista concessa in anteprima rispetto al concertone di Matera a il Quotidiano del sud, si trova ancora a Lauria, ci risponde nel primo pomeriggio con la sua consueta gentilezza e disponibilità. Partiamo dalla chiamata della Rai, per presentare l’evento a Matera. 

Cosa ha pensato quando la Rai le ha proposto di passare l’ultimo dell’anno a Matera?

«In un primo momento avevo un po’ glissato perché avevo degli impegni. Poi mi ci hanno fatto ripensare, hanno amorevolmente insistito e mi sono reso conto che era un’occasione ’imperdibile per me: quella di essere nella mia regione in un momento particolarmente problematico della nostra società. A prescindere da questo, per me è un onore ed emozionante essere  a Matera l’ultimo dell’anno a fare gli auguri alla gente della mia regione e attraverso la televisione a tutta Italia».

Ogni volta che c’è un evento particolare, ci sono anche le critiche, alcune divertenti e interessanti, altre molto perbeniste e aspre. Per lei, questa serata televisiva, per Matera è un’opportunità?

«Anche se un aereo passasse sulla Basilicata e sganciasse banconote da 100 euro, ci sarebbe qualcuno che avrebbe comunque da ridire, giustamente. C’è sempre un aspetto negativo in una cosa che può essere estremamente positiva, come io reputo questa un’occasione per Matera. Ancora una volta è un riflettore puntato su una città bellissima, unica. E’ un posto che ha bisogno continuamente, come tutti i posti unici, di avere visibilità e una luce che ne possa diffondere l’immagine. Questa occasione la vedo positiva, le polemiche avranno le loro ragioni, ma dal mio punto di vista prevale la questione positiva».

Perché quando si pensa alla cultura si fa sempre riferimento a qualcosa di alto, di aulico? Agli integralisti della cultura fa schifo il  nazionalpopolare, come questo evento a Matera.

«La poesia anche alta quando riesce a essere main stream è più efficace. Naturalmente anche il mio gusto di uomo con una storia artistica  trentennale alle spalle, si è raffinato e magari posso apprezzare delle cose meno fotogeniche. Mi rendo conto della responsabilità che ha la cultura di penetrare nella popolazione anche a costo di essere criticata dall’alto. E’ chiaro che è molto main stream la serata del 31, ma attraverso questa si arriverà a parlare alle persone anche più semplici e si troverà ciò che deve fare questa serata a Matera: darle rilievo, mostrare quella Bellezza e mettere l’attenzione sulla nostra regione che ne ha bisogno».

Si sente un po’ in concorrenza con Gigi D’Alessio che presenterà l’ultimo dell’anno a pochi chilometri da Matera in diretta su Canale 5? 

«Il paragone con Gigi D’Alessio non lo merito. E’ una grande icona. E’ una concorrenza molto relativa, a parte che non è una sfida tra noi: c’è una proposta musicale, io sono una piccola parte di un cast, il mio è più un ruolo di rappresentante del luogo dove avviene la festa. Non vivo assolutamente  una competizione».

L’anno prossimo per lei sarà anche l’anno del suo terzo film da regista. Cosa ci può anticipare?

«Il film è pronto, è ai box, uscirà il 18 febbraio. E’ dal mio punto di vista il mio miglior film, almeno spero che lo sia. C’è una bella atmosfera, ho abbandonato il meridione per trovarne un altro, sono andato in Sud America, a Montevideo. E’ un film meno ideologico dei precedenti, non c’è una vera morale, è la storia di due persone, il tono è quella della commedia malinconica che è quello che mi è più congeniale. Spero possa essere apprezzato da tutti».

In generale che anno sarà il 2016?

«Il prossimo anno, personalmente, è già pieno di impegni, mi aspetto un anno di lavoro, piacevole. Farò anche una tournée di teatro, un mondo che mi appartiene. Mi aspetto in generale un anno complicato, ci sono temi molto grossi. Sono un po’ preoccupato se penso alla collettività e questo si contrappone al mio stato d’animo personale, il quale mi dice che più o meno sarà un anno come quello che è passato, ma un po’ di ansia e preoccupazione per il futuro c’è e non posso negarlo». 

Concludiamo. Cosa è per lei la Bellezza?

«Potrei rispondere come in passato, se me lo ricordassi. Adesso posso dire, che la Bellezza per me è un’armonia».

   

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE