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Riscoprire e mantenere vive le manifestazioni legate ai prodotti della terra e dell’azienda agricola, alla cultura e alla tradizione popolare, agli eventi di festa rurale, come il Carnevale e la lavorazione del maiale: è l’obiettivo delle iniziative promosse per domenica 27 febbraio da Turismo Verde-Cia in tre comprensori nei quali le tradizioni della ruralità e del Carnevale hanno una forte valenza (Collina Materana, Val d’Agri e Dolomiti Lucane-Parco Gallipoli Cognato). Il programma delle manifestazioni si chiama “Carnevale 2011 – Il giorno del porco” e si svolgerà a Borgata Calle di Tricarico (azienda “Il Vecchio Palazzo” -in foto-), ad Armento (“Da zia Elena”) e a Pietrapertosa (“Sapori del Parco”).

La festa centrale è a Borgata Calle di Tricarico per rafforzare il significato di uno dei più antichi riti contadini lucani di Carnevale, quello tricaricese che si ispira da sempre al rito della transumanza e per contribuire alla valorizzazione della maschera tricaricese (la figura di Zì N’col’, capomassaro del gruppo delle maschere tricaricesi). Il cappello è il simbolo del carnevale tricaricese: falda larga e tantissimi nastrini colorati che scendono fino al ginocchio; una veletta copre il viso. Tutto vestito di nero è il “toro”, dal cui copricapo scendono nastrini rossi, mentre i contadini agitano un campanaccio.
E la scelta del “giorno del porco”, nella domenica penultima di Carnevale che precede il Martedì Grasso, è ricaduta sul bed&breakfast “ Il Vecchio Palazzo”, nel piccolo borgo agricolo, a pochi chilometri da Tricarico: un antico palazzo ottocentesco, completamente ristrutturata con antiche tecniche di costruzione, utilizzando materiali naturali come il tufo, pietra e calce bianca, che hanno permesso di mantenere le caratteristiche originali dell’epoca in cui sorse il Palazzo, prestando speciale attenzione al rispetto del paesaggio. Non è solo il fascino della collina materana, che sembra fotocopiato da un dipinto del ‘400, a rendere questo posto unico, ma anche la sua disposizione discreta all’interno del comprensorio rurale, dove osservare con meraviglia l’incontro tra il fascino della tradizione e la natura incontaminata.

Il calore dell’ospitalità della famiglia Nicola Di Cosmo che gestisce la struttura insieme agli itinerari alla scoperta di questa zona (dal centro antico di Tricarico sino ai Sassi di Matera) sono le caratteristiche dell’originale offerta di turismo rurale.

In tavola ci saranno i piatti più antichi del carnevale tricaricese, tutti rigorosamente a base di maiale di allevamento locale (da queste parti resiste ancora il suino nero di Tricarico che la Cia è impegnata a salvaguardare) al quale da qualche giorno è stata “fatta la festa”, perché il “giorno del maiale”, qui come in tutti gli altri paesi lucani, conserva la sua carica di gioia, di magia e con suggestioni di ricchezza e di abbondanza. Mal’ a quer’ cas’ ndò nun tras’ lu pil’ r’ puorch!” (misera quella casa in cui non si ammazza il maiale) recita un vecchio detto lucano, per intendere che la povertà di sempre trovava riscatto almeno per qualche giorno, nella dovizia e nella varietà delle gelatine, dei prosciutti, dei capicolli, delle soppressate, del “pezzente” e delle golose torte al sanguinaccio.

L’obiettivo per Turismo Verde-Cia – spiega il presidente Paolo Carbone – è di avvicinare attraverso i piatti tipici del Carnevale contadino la “città” alla vita rurale per invitare i consumatori a “farsi la dispensa alimentare” presso le aziende agricole e gli agriturismi, rinnovando la tradizione di prepararsi il salame e la “suppersata”, la pancetta, il prosciutto, direttamente con la famiglia dell’allevatore suinicolo. Un modo originale di vivere la giornata nell’agriturismo e nella ruralità e – continua Carbone – di affermare nei fatti la nostra proposta di marchio della qualità dell’ospitalità rurale.

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