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POTENZA – Non avrebbero mosso un dito per adottare «un sistema di lavaggio delle ambulanze meno cervellotico e più efficiente». Né il direttore di Basilicata118, Libero Mileti, né quelli dell’Asp, Pasquale Amendola, e dell’Asm, Vito Gaudiano.

Così per anni i mezzi hanno viaggiato da tutta la Basilicata verso l’unico centro di sanificazione autorizzato a Sant’Arcangelo. Scaricando sulle casse del sistema sanitario costi maggiori del dovuto per oltre 100mila euro.

E’ quello che sostiene la procura regionale della Corte dei conti che si appresta a portare in aula le contestazioni per i 3 manager sanitari in carica tra il 2009 e il 2012 (il solo Mileti è tuttora a capo del Dipartimento interaziendale regionale emergenza sanitaria).
Il procuratore sembra intenzionato a chiedere a Mileti la metà della cifra calcolata in rapporto al costo della benzina e ai chilometri che i mezzi hanno dovuto percorrere da 16 presidi dell’area a nord e ad est della Regione.

Al netto di quelli dell’ area sud-est che secondo il piano originario sarebbero dovuti andare comunque a Sant’Arcangelo per la sanificazione.

Per gli altri, infatti, già nel 2003 la giunta regionale aveva previsto l’attivazione di altri due «stazioni di sanificazione»: una a Potenza e una a Matera. Solo che 6 anni più tardi Mileti avrebbe sollecitato l’apertura soltanto di quella di Sant’Arcangelo. Dalle neocostituite Asp e Asm nessuno ha battuto ciglio.

Quindi l’andazzo è andato avanti per quasi un triennio, fino alle prime denunce pubbliche e all’avvio degli accertamenti da parte della Guardia di finanza, che hanno fatto scattare la corsa ai ripari.

Dalle indagini è emerso che alcune ambulanze avrebbero percorso fino a 400 chilometri per raggiungere Sant’Arcangelo. Spesso “scortate” anche da un «muletto», «con intuibili diseconomie gestionali quali chilometraggi ingenti, costi rilevanti di carburante, usura consistente dei mezzi, spese elevate di missione e, indisponibilità del mezzo, sottraendolo alle altre emergenze sanitarie».
Inizialmente i dirigenti sanitari segnalati alla procura contabile erano 16, ma a dicembre dell’anno scorso sono partiti gli «inviti a dedurre» soltanto per 5 di loro: Mileti, Amendola, Gaudiano, e i successori di questi ultimi due, Mario Marra e Rocco Maglietta (assistiti dall’avvocato Gerardo Donnoli).

In seguito per Marra e Maglietta il procuratore ha disposto l’archiviazione delle contestazioni. L’udienza per i restanti dovrebbe svolgersi agli inizi del 2016. 

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