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Il tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato la richiesta dei difensori dell’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari eseguita il 3 dicembre per corruzione elettorale e turbativa d’asta aggravati dal metodo mafioso. Nel corso dell’udienza, i difensori della Girasole hanno depositato una memoria di oltre 200 pagine, mentre il pm Salvatore Curcio ha presentato nuovi atti.

Tra le accuse mosse a Carolina Girasole (LEGGI IL SUO PROFILO) ci sono quelle di avere ottenuto i voti della cosca Arena per la sua elezione al Comune (LEGGI LE INTERCETTAZIONI). Tutto questo grazie alla promessa di favori e all’accordo che sarebbe stato siglato dal marito dell’ex primo cittadino (LEGGI L’ARTICOLO).

Tra il materiale depositato al tribunale del riesame dal sostituto procuratore generale Salvatore Curcio, ci sono anche atti e testimonianze relative al fatto che uno degli Arena, Pasquale, indicato come uno degli elementi di spicco della cosca, ha lavorato per 20 anni, fino al 2009, nella concessionaria di automezzi Ford intestata al padre ed al fratello di Carolina Girasole. Inoltre sono stati depositati nuovi atti che, secondo l’accusa, confermerebbero come sia stato l’ex sindaco ad intervenire direttamente per assicurare alla famiglia Arena non solo il “mantenimento del possesso dei terreni confiscati, ma anche la loro coltivazione a finocchio e la relativa raccolta del prodotto avvenuta nel 2010″ ad un prezzo definito ”irrisorio” dalla Dda di Catanzaro, 500 euro ad ettaro contro una valutazione di mercato che era di circa 12 mila euro.

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