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Il prefetto di Reggio Calabria ha sospeso Pietro Armado Crinò dalla carica di sindaco di Casignana a seguito dell’operazione “Black garden”. La guida amministrativa del comune di Casignana passa nelle mani del vice sindaco del piccolo centro della Locride, Rocco Micò.
Pietro Armando Crinò, il fratello Antonio Giovanni, Massimo Lafronte e Giuseppe Zoccoli saranno chiamati a sostenere gli interrogatori di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari fra lunedì e martedì prossimi. In quella sede il sindaco di Casignana e l’ingegnere che gestiva la “Zetaemme” e attraverso questa società la discarica di rifiuti solidi urbani dello stesso centro, assistiti dall’avvocato Antonio Speziale, potranno difendersi dalle accuse che gli sono state mosse dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e spiegare le proprie ragioni.
Per i pubblici ministeri Antonio Giovanni Crinò e il fratello Pietro, in una sorta di “conflitto di interessi”, avrebbe procurato un disastro ambientale attraverso la gestione della discarica di Casignana. Le intercettazioni telefoniche, quelle ambientali e le riprese 318164video inchioderebbero le persone finite sotto indagine alle proprie responsabilità. Il sito di conferimento degli Rsu sarebbe stato usato anche come strumento di “pressione politica”. La discarica, così, sarebbe stata inondata di immondizia sino a scoppiare e a rendere, praticamente, inutili i successivi ampliamenti appaltati. «La spazzatura arriva sino al cielo». Questo il commento di Stefano Tallarita, intercettato mentre al telefono cellulare veniva sollecitato ad aprire i cancelli della discarica e consentire l’ennesimo abbanco di immondizia. In periodi di caos nella raccolta dei rifiuti, con tutte le discariche calabresi praticamente paralizzati, il sito di Casignana era l’unico a lavorare a pieno regime. Davanti ai cancelli la teoria dei camion pieni di spazzatura era assai lunga e c’erano anche quelli provenienti da Reggio Calabria.
«E’ chiara – scrive il gip Antonino Laganà – la consapevolezza degli illeciti conferimenti compiuti laddove emerge che lio stesso Tallarita comunica a Zoccoli che gli abbanchi già effettuati sono fino al cielo ad indicare proprio il netto superamento dei limiti di soglia consentiti. Zoccoli, poi, fa presente al suo operaio di fiducia di non temere perchè alla fine del ciclo (abusivo) di conferimento lo stesso Tallarita e gli altri operai incaricati avranno una caramella, vale a dire un qualcosa di più rispetto al dovuto in forza dello straordinario (illecito) compiuto». Caustico, infine, il commento del giudice nei confronti del comportamento di Antonio Giovanni Crinò. L’ingegnere, durante il periodo di “super lavoro” presso la discarica e il superamento dei limiti di abbanco, avrebbe commentato il tutto con un “ce ne fottiamo” e per il gip, così dicendo, avrebbe operato «un’affermazione che non esige commento alcuno». Gli interrogatori davanti al gip inizieranno lunedì.

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