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POTENZA – L’imbarazzo è stato palese. Restivo (in foto) aveva un appuntamento con Elisa alle 11.30 e due ore dopo si è fatto medicare una ferita alla mano. Ha raccontato di essersi infilzato cadendo su una lamiera nel cantiere delle scale mobili di Potenza. Si è andati subito a fare un sopralluogo, ma di lamiere nessuna traccia. Purtroppo a distanza di 18 anni resta ancora l’obbligo del condizionale, perchè il fotografo che avrebbe documentato il tutto è morto da diverso tempo. Gli scatti, invece, sono andati distrutti, perchè il fotografo, sempre lui, si era dimenticato di portare il flash così le stampe sono uscite troppo scure. Insomma per avere delle immagini di quella che qualcuno aveva preso per la scena del delitto, sarebbero passati 23 giorni. Ma nel frattempo il cantiere è rimasto aperto, e se una lamiera ci fosse stata davvero potrebbe averla presa uno degli operai che lì attorno continuavano a lavorare, anche perchè altrimenti la ditta responsabile del cantiere, per quel banale incidente, avrebbe potuto passare dei bei guai.
Chi si aspettava di vedere crollare l’alibi di Restivo per la morte di Elisa Claps, ieri mattina è rimasto alquanto deluso. L’ultima udienza in videoconferenza con l’Inghilterra dov’è in corso il processo per l’omicidio di Heather Barnett era iniziata con la deposizione del dottor Michele Albano, che era di turno nel pronto soccorso dell’ospedale San Carlo di Potenza il 12 settembre del 1993.
È lui che ha medicato la ferita che Restivo ha raccontato di essersi procurato cadendo nel cantiere delle scale mobili poco dopo l’incontro. Albano l’ha descritta con precisione, e incalzato dalle domande degli avvocati inglesi ha espresso la sua perplessità sul fatto che potesse “con certezza” essere il frutto di una caduta lungo una rampa di scale in cemento grezzo. Chi sopravvive a un ruzzolone così di solito riporta ben altre ferite.
Dopo Albano ha preso la parola l’ispettore Michele Zaccagnino, capo di gabinetto della polizia scientifica di Potenza all’epoca dei fatti. Zaccagnino è l’autore delle fotografie allegate al fascicolo intestato a Danilo Restivo per l’omicidio di Elisa Claps, in particolare quelle del cantiere delle scale mobili. Ha raccontato di aver scattato quelle istantanee il 5 ottobre del 1993, e ripercorso con qualche difficoltà tutte le entrate del cantiere.
Per ultimo ha parlato Donato Pace, comandante in carica dei vigili urbani di Potenza, all’epoca in servizio nella Squadra mobile della Polizia. «Il racconto di Restivo era inattendibile e incongruente con la ferita e la modalità della caduta». Ha spiegato Pace. Per questo l’ispezione nel cantiere delle scale mobili sarebbe apparso subito un accertamento «importante» da effettuare con «urgenza». Ma nella fretta il flash sarebbe stato lasciato indietro. Quindi a parte la sua parola, la giuria del Tribunale di Winchester non avrà molto di più per dire cosa c’era e cosa invece non c’era in quel maledetto cantiere di Potenza.

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