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POTREBBE slittare di alcuni giorni il deposito, previsto per la prossima settimana, della superperizia geneticoforense disposta dalla magistratura di Salerno nell’inchiesta sull’omicidio di Elisa Claps. Quella è la perizia che ha permesso di isolare il dna del presunto assassino, Danilo Restivo (il 38enne indagato per l’omicidio della ragazza), sulla maglia indossata dalla vittima. Lo slittamento sarebbe legato allo svolgimento, tuttora in corso, di indagini genetiche su capelli e formazioni pilifere, alcuni recuperati nel sottotetto della Chiesa della Trinità di Potenza, dove un anno fa è stato ritrovato, 17 anni
dopo la scomparsa, il cadavere della ragazza.

Tra i reperti anche capelli recuperati nelle mani della vittima dall’anatomopatologa Cristiana Cattaneo, durante un accertamento peritale.
L’indagine sul dna è stata affidata l’8 ottobre dello scorso anno dal gip di Salerno Attilio Franco Orio a due ufficiali dei carabinieri – il tenente colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, e il maggiore Andrea
Berti, comandante della sezione biologica del Ris di Roma – i quali, secondo quanto è trapelato nei giorni scorsi, sono riusciti ad estrarre il dna di Danilo Restivo da residui di tracce ematiche isolate sulla maglia di Elisa.
Il dna estratto sarebbe risultato sovrapponibile con quello di Restivo: sia con il profilo genetico dell’indagato estratto da una tazza e da un bicchiere usati dall’uomo, sia con quello trasmesso recentemente della polizia inglese (Restivo è detenuto in carcere, in Inghilterra, perchè accusato dell’omicidio della sarta Heather Barnett, sua vicina di casa) alla magistratura di Salerno.

I reperti recuperati nel corso dell’indagine erano già stati sottoposti ad accertamenti di natura geneticoforense dal professor Vincenzo Pascali, il quale aveva escluso la presenza, tra il materiale esaminato, del dna di Restivo. In particolare, Pascali aveva incluso la maglia estratta dal cadavere di Elisa Claps tra i reperti dai quali non era stato possibile ricavare campioni da avviare alle successive analisi. L’indagine peritale di Pascali, tuttavia, era stata ritenuta in parte incompleta ed in parte insufficiente dalla procura, che aveva chiesto ed ottenuto la nuova perizia, affidata ai due ufficiali del Ris, che, esaminando la maglia della vittima scartata dal precedente perito, hanno individuato nella parte posteriore tracce ematiche dalle quali è stato estratto il profilo genetico dell’indagato.

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