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Il 24 settembre sarà una giornata forse decisiva nel caso della morte di Anna Esposito – la dirigente della Digos della questura di Potenza trovata morta la mattina del 12 marzo 2001 – all’epoca archiviato come suicidio e ora riaperto con l’ipotesi di omicidio, accusa mossa al giornalista della Tgr Rai Basilicata, Luigi Di Lauro, 47 anni, che aveva una relazione sentimentale con la donna e che proprio mercoledì prossimo risponderà alle domande del pubblico ministero della Procura della Repubblica del capoluogo lucano.

Esposito, la mattina del 12 marzo 2001, era attesa in questura: era in ritardo, contrariamente alle sue abitudini. I colleghi raggiunsero il suo appartamento di servizio –  nella caserma «Vito Zaccagnino» della Polizia, in un’altra zona di Potenza rispetto alla questura – forzarono la porta ed entrarono. La donna fu trovata impiccata alla maniglia di una porta, con una cinta: era morta la sera prima. Il caso fu archiviato come suicidio, ma parenti e amici di Esposito, col passare degli anni, hanno detto sempre più forte che quel suicidio non li convinceva (elementi a sostegno: nessun segno premonitore in una donna molto legata alla figlia, la scena del suicidio inquinata, cose fuori posto, fogli strappati da un’agenda, biglietti di carattere forse minatorio lasciati sulla scrivania, nell’ufficio della funzionaria, in precedenza). 

Ad un certo punto, si è anche ipotizzato che Esposito avesse scoperto qualcosa sulla scomparsa di Elisa Claps (nel 1993) e che volesse parlarne al fratello della studentessa (il cadavere di quest’ultima fu trovato nel 2010, nel sottotetto di una chiesa, a Potenza): su questa base, il caso è stato riaperto.

Tempo fa, la svolta: l’iscrizione nel registro degli indagati, per omicidio, di Di Lauro. Gli investigatori sembrano non credere al collegamento col caso Claps, concentrandosi invece sulla pista sentimentale, dei rapporti della donna con il giornalista. L’ipotesi era già stata esaminata nel 2001 e – ha spiegato l’avvocato Leonardo Pinto, legale di Di Lauro – «fu chiarita oltre ogni dubbio: Di Lauro è del tutto estraneo alla vicenda».

La sera dell’11 marzo 2001, il giornalista era a Matera, per seguire una partita di pallacanestro: ci fu anche un collegamento in diretta con il Tg della Rai. Quando il suo
lavoro finì, intorno alle 20.30, il giornalista tornò a Potenza, a casa: «Quindi – spiega Pinto – collegare Di Lauro al caso Claps è del tutto sbagliato. Quanto alla morte di Esposito, la posizione del mio assistito è già stata scandagliata e chiarita nel 2001: l’autorità giudiziaria stabilì che si trattò di suicidio. Non comprendo – ha concluso l’avvocato – come la posizione di Di Lauro possa essere stata ripresa oggi». 

 

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