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CON riferimento alla dichiarazione fatta dal “Padrone” (come lui stesso si definisce) Antonino Guglielmi, sul vostro giornale il 6 ottobre 2014, all’articolo “Ingiustificato licenziamento. In appello la sentenza assolve la Linea legno srl”.
La prima affermazione che lui fa: “Io non ce l’ho con gli operai…”
Gli operai, che lui si riferisce, ieri mattina sono andati per lavorare e si sono ritrovati con la lettera di licenziamento consegnata dallo stesso Guglielmi, cosa che poteva fare anche il venerdì a fine turno. Dal canto mio era solo un pretesto per umiliarli. Diciamo pure che è stata una dimenticanza. I tre operai sono stati licenziati, nemmeno a farlo apposta, solo dopo che hanno fatto la scelta di passare alla CUB, la scelta di questo sindacato è maturata dopo avere avuto delle risposte, a differenza della Cgil, sindacato cui militavano prima. Infatti, furono fatti interventi sulla sicurezza, perché non si rispettavano le minime ed essenziali normative di legge. E così facemmo richiesta al Servizio Ispezione dell’Asl di Potenza. Tutto documentato dall’Ispettore che ha seguito la vicenda.
Per quanto riguarda l’altro operaio licenziato (il quarto), è stato riassunto dopo poco tempo prima dall’azienda Eurolà sempre dei F.lli Guglielmi e pare che attualmente lavori nuovamente per Linea legno, all’epoca dei fatti era iscritto alla Cgil.
Il sig. Guglielmi, in un altro passaggio dice: “Ce ne hanno dette di tutti i colori danneggiando come potevano la nostra immagine…”.
Tengo a precisare che, tranne qualche spazio avuto su qualche giornale locale questo caso è caduto nel dimenticatoio. Mentre la sentenza d’appello, che ribaltava il primo grado, è stata citata anche dal TG3 Basilicata nella rassegna stampa dei giornali locali riportando il vostro articolo.
Poi dice ancora: “Nella mia azienda tutti gli operai erano sindacalizzati ma siccome io ho sempre pagato tutto e mi sono comportato correttamente, di problemi non ne avevo mai avuti”.
Il sig. Guglielmi confonde sindacalizzato con essere iscritti. In molte aziende i “padroni” non ostacolano l’iscrizione al sindacato purchè non gli creano problemi sul luogo di lavoro. Infatti, e mi ripeto, i tre lavoratori uscirono dalla Cgil perché non dava le giuste risposte, mentre la Cub cerca di far diventare i suoi iscritti dei quadri operai dando tutte le informazioni che concerne il luogo di lavoro. Altri lavoratori ci contattarono, ma non ebbero il coraggio di aderire alla Cub. Aggiungo che diversi interventi sono stati fatti da parte degli operai della Linea legno per far valere i loro diritti.
Chi è la mucca da mungere?
A questo punto l’articolo 18, oggetto di discussione in questi giorni, perché dovrebbe essere un problema per le aziende se riescono lo stesso a sbarazzarsi dei lavoratori?
Come sindacato non ci fermeremo qui e da parte nostra ci sarà il ricorso in Cassazione.

*Cub Basilicata

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