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REGGIO CALABRIA – L’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola torna completamente libero. Stamattina, nelle fasi iniziali dell’udienza del processo “Breakfast”, che vede Scajola imputato nel processo per i presunti aiuti alla latitanza dell’armatore ed ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, il Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Natina Pratticò, ha emesso un’ordinanza con la quale ha dichiarato l’inefficacia della misura cautelare perché sono scaduti i termini. La notizia è stata resa nota dall’AGI.

Nel processo sono imputati anche la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, e due stretti collaboratori dell’ex parlamentare, Martino Politi e Maria Grazia Fiordalisi. 

Il 12 novembre 2014 i giudici avevano già revocato gli arresti domiciliari a Scajola, disponendo nei suoi confronti l’obbligo di dimora nel comune di Imperia.

Dopo la decisione del giudice l’ex ministro ha affermato che «non è una cosa che mi emoziona. A mio parere, quello che finora è emerso dalle udienze svolte è la superficialità, se non peggio, di questa inchiesta». 

L’udienza di oggi del processo è dedicata al controesame di Leonardo Papaleo, uno degli investigatori della Dia che ha condotto le indagini. «Spero che il processo – ha aggiunto Scajola – possa sancire in tempi brevi la correttezza del mio comportamento. Io comunque partecipo con pazienza a tutte le udienze e mi pare di cominciare a capire». 

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