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REGGIO CALABRIA – Il Gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani, ha sostituito gli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora nei confronti di Chiara Rizzo, la moglie dell’armatore Amedeo Matacena imputata nel processo abbreviato per aver tentato di schermare il patrimonio del marito. L’istanza era stata presentata dai difensori della Rizzo, gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi. Rizzo è coinvolta nel procedimento penale insieme a Claudio Scajola. Il processo proseguirà l’11 dicembre.
Nel processo con rito abbreviato oltre a Chiara Rizzo sono imputati anche Martino Politi, indicato come il factotum di Matacena, e Roberta Sacco, l’ex segretaria dell’ex ministro Claudio Scajola.

AUDIO: ASCOLTA L’INTERROGATORIO DI SCAJOLA

Proprio Scajola, a margine dell’ultima udienza e dopo che anche per lui erano stati revocati i domiciliari, si è detto «deluso» dal clamore mediatico attorno al suo arresto (LEGGI).

Lady Matacena era stata arrestata nel maggio scorso dopo il suo rientro in Italia. Nella prima udienza del processo il gup di Reggio Calabria aveva deciso di non astenersi malgrado l’istanza di ricusazione presentata nei suoi confronti sulla quale dovrà pronunciarsi la Corte d’appello. La ricusazione del giudice era stata depositata dall’avvocato Corrado Politi nell’interesse di Martino Politi, già segretario particolare di Matacena.

FOTO: CHIARA RIZZO DALLE COPERTINE ALLE MANETTE

Il legale, nell’istanza di ricusazione, aveva evidenziato che Martino Politi era stato precedentemente giudicato dalla dottoressa Trapani nel processo scaturito dall’operazione “Mozart”, a conclusione del quale furono condannate otto persone, tra le quali il suo assistito. Prosegue con rito ordinario, invece, il processo nei confronti di Claudio Scajola. La prossima udienza del processo a carico di Scajola è fissata per il 10 dicembre.

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