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Ripartono le indagini sulla morte del centrocampista del Cosenza Calcio, Donato «Denis» Bergamini, morto nel novembre 1989, all’età di 27 anni, dopo essere stato investito da un camion lungo la strada tatale 106 ionica alle porte di Roseto Capo Spulico, nel Cosentino. Il giudice delle indagini preliminari di Castrovillari, Collazzo, ha infatti accolto la richiesta della procura della Repubblica e con essa la rubricazione dell’ipotesi di reato d’omicidio volontario come avevano chiesto i familiari del calciatore e il loro legale che nei mesi scorsi aveva depositato una memoria per chiedere la riapertura dell’inchiesta. Il camionista che investì il calciatore è stato processato e assolto per omicidio colposo.

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L’unica testimone del dramma è una ragazza con cui Bergamini aveva avuto una relazione. La donna ha sempre sostenuto che Denis Bergamini si lanciò contro il camion in movimento. Nella indagine si parlò sempre e solo di omicidio colposo, per la non accortezza nella guida del camionista, che investì il calciatore che si trovava, sempre secondo gli atti giudiziari dei processi, in compagnia di una ragazza, Isabella Internò con cui aveva avuto una relazione, unica testimone che sostenne sempre che Denis Bergamini si fosse lanciato contro il camion in movimento, mentre si trovava sul ciglio della strada. La tesi ufficiale si bilanciò tra il suicidio e l’incidente, anche se all’epoca e nel corso dei decenni seguenti, giornali parlarono sempre di una morte anomala, con l’ombra del calcio scommesse del Toto nero, della droga e anche tesi più private.

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