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CATANZARO – La Corte d’appello ha ridotto nove condanne inflitte in primo grado ad altrettanti imputati coinvolti nell’inchiesta antidroga della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro battezzata “Rinascita” per i quali si è tenuto il giudizio immediato. Due, infine, le condanne di primo grado pure emesse l’11 luglio del 2012 dal tribunale di Catanzaro, che inflisse pene comprese fra 15 e 3 anni e mezzo di reclusione, e pronunciò anche un’assoluzione, che sono state confermate. 

 

Queste le determinazioni dei giudici (presidente Maria Vittoria Marchianò, consiglieri Maria Teresa Carè e Gianfranco Grillone): 
Gianluca Berlingieri, alias “Cipolla”, da 11 anni di reclusione 10 anni e 9 mesi; 
Luigi Palummo, da 11 anni a 10 anni e 3 mesi; 
Nino Passalacqua da 15 anni a 12; 
Alessandro Bevilacqua (34 anni) da 7 anni 6 mesi e 33.000 euro di multa a 6 anni 6 mesi e 30.000 euro; 
Alessandro Bevilacqua (31 anni) da 6 anni 9 mesi e 29.000 euro a 6 anni e 27.000 euro; 
Alessandro Bevilacqua (28 anni) da 6 anni 6 mesi e 27.000 euro a 6 anni e 27.000 euro; 
Andrea Bevilacqua da 8 anni e 33.000 euro a 6 anni 6 mesi e 28.000 euro; 
Franco Bevilacqua da 6 anni 6 mesi e 27.000 euro a 6 anni e 27.000 euro; 
Mario Bevilacqua da 8 anni e 33.000 euro a 7 anni e 30.000 euro. 
 
Confermate infine le condanne già sentenziate a carico di Luca Bianco, a 4 anni e 1.200 euro; e di Vitaliano Bianco, a 3 anni 6 mesi e 1.000 euro. 
Per gli altri 56 indagati di “Rinascita”, per i quali la Procura di Catanzaro aveva pure chiesto il giudizio immediato ma che hanno scelto il rito abbreviato, la prima sentenza è arrivata il 13 dicembre del 2011, quando il giudice dell’udienza preliminare distrettuale ha pronunciato 52 condanne e 4 assoluzioni. 
Poi, l’11 marzo scorso, la Corte d’appello ha scontato sedici pene, ha sentenziato una nuova assoluzione e ne ha confermate altre quattro, ed ha lasciato immutate anche decine di altre condanne. 
 
UNA MAXI OPERAZIONE CONTRO I CLAN DEI NOMADI. L’operazione “Rinascita” è scattata nel capoluogo calabrese all’alba del nove novembre 2010, per l’esecuzione di 73 provvedimenti cautelari disposti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Associazione armata finalizzata al traffico di droga l’accusa principale mossa ai numerosi indagati dell’inchiesta, considerati dagli inquirenti membri di due gruppi criminali nomadi contrapposti: quello facente capo a Domenico Berlingieri, 50 anni, e quello guidato da Silvano Berlingieri, 39 anni, detto “Pacciani”. Gli zingari, sempre secondo la tesi della pubblica accusa, avrebbero avuto la totale gestione del mercato della droga in tutti i quartieri a sud della città di Catanzaro, con importanti rapporti con esponenti della ‘ndrangheta del reggino e, soprattutto, con una inquietante disponibilità di armi micidiali, tra cui fucili, pistole e mitra Kalashnikov.
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