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Aveva tentato di giustificarsi parlando di una mole di lavoro tale da avergli impedito di depositare quella sentenza nei tempi previsti. Ma il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, ha inviato al gup una richiesta di rinvio a giudizio a carico del giudice della Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria, Enrico Trimarchi, per omissione in atti d’ufficio. L’accusa per il magistrato è quella di aver depositato in ritardo, dopo ben quattro anni una sentenza emessa al termine di un processo a carico di sei presunti esponenti di due diversi clan operanti nella Locride, che per scadenza dei termini vennero scarcerati.
Enrico Trimarchi, giudice a latere della Corte di assise d’appello ed incaricato di redigere la sentenza in questione, emessa il 3 marzo 2006 a carico degli imputati del processo “Prima luce”, avrebbe omesso di depositarne le motivazioni entro i 90 giorni previsti dalla legge, “nonostante – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio – le diverse condanne in sede disciplinare per i medesimi fatti e per fatti analoghi e nonostante la già avvenuta scarcerazione dei coimputati Luciano D’Agostino e Tommaso Romeo e permanendo la sua omissione fino al 27 ottobre 2010, giorno in cui, a causa del suo persistente comportamento omissivo, veniva scarcerato anche il condannato all’ergastolo Belcastro per decorrenza dei termini di durata massima della custodia cautelare in carcere”.

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