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CATANZARO – Due gruppi distinti tra loro, ma d’accordo per i prezzi da applicare nella vendita di droga. Tanta droga pronta ad essere immessa sul mercato di Catanzaro, grazie anche all’appoggio di un appuntato dei carabinieri e alla disponibilità economica di un avvocato. E due gruppi distinti tra loro, ma pronti a costituire un cartello per concordare i prezzi da applicare al mercato dello spaccio.

L’operazione “All inclusive”, messa a segno stamattina a Catanzaro (LEGGI) ha permesso di smascherare i responsabili dei due sodalizi criminali che operavano in città, rifornendo il mercato della “Catanzaro bene”. Gli inquirenti hanno fatto luce anche sui festini organizzati su una barca in uso all’avvocato coinvolto, Gennaro Corea, 35 anni, di Catanzaro. 

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E’ stata la squadra Mobile del capoluogo, guidata da Rodolfo Ruperti, a fare luce sulle piazze dello spaccio. Cocaina, eroina e marijuana arrivavano dalle province di Crotone e Reggio Calabria, anche con cadenza settimanale e con ingenti quantitativi. E per procurarsi i soldi per comprare gli stupefacenti i componenti delle bande avevano messo in piedi una infinita serie di reati pur di avere la disponibilità economica. Furti, rapine, estorsioni per fare soldi da reinvestire nella droga. La polizia, tra l’altro, ha ricostruito una rapina ai danni di una tabaccheria, avvenuta a Janò di Catanzaro, con un bottino di 5mila euro. 

Durante le indagini, in molti casi, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, la squadra Mobile è riuscita a scongiurare furti e rapine facendo intervenire in zona di pattuglie della polizia che, grazie alla loro presenza che sembrava casuale, aveva permesso di fare saltare diversi “colpi”. Complessivamente sono 26 le persone coinvolte nell’inchiesta, delle quali 15 tradotte in carcere, tra cui l’avvocato Corea; sette ai domiciliari, compreso il carabiniere Russo; un obbligo di dimora.

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LE ROTTE CALABRESI DELLA DROGA – Le organizzazioni facevano capo a due distinti gruppi. La prima era guidata da Antonio Scozzafava, 51 anni, e da Stefano Sestito, 25, e aveva tra i suoi più attivi “azionisti” l’avvocato Corea. Il gruppo si riforniva a Gioia Tauro, nella Locride ed a Isola Capo Rizzuto e curava lo smercio attraverso vari giovani inseriti nel mondo delle discoteche , in alcune delle quali lavoravano come buttafuori. A rifornire la clientele d’èlite era, invece, l’avvocato Corea. La seconda organizzazione era guidata da Antonio Gualtieri, alias “Cucuzza”, 42 anni, ritenuto dagli investigatori come “il boss degli stupefacenti”. 

Il capo della Mobile, Ruperti, ha spiegato che il primo gruppo si era organizzato anche con giovani particolarmente violenti, riuscendo ad acquistare sulla piazza di Isola Capo Rizzuto anche 100/200 grammi di cocaina a settimana. Per quanto concerne il secondo gruppo di spaccio, è stato ricostruito grazie ad alcune telefonate nelle quali emerge la paura particolarmente forte da parte di alcuni protagonisti per una partita di droga non pagata. 

I PESTAGGI DEL CARABINIERE – Ed è in alcune di queste telefonate che si inserisce anche il carabiniere Russo, in servizio fino ad alcuni mesi fa nella Procura della Repubblica di Catanzaro. In un caso, il militare dell’Arma è anche accusato di estorsione, per avere minacciato un uomo nel tentativo di recuperare i soldi per la droga non pagata. In un’altra intercettazione è finito anche il pestaggio di un barista che non aveva pagato la droga acquistata. Molti i sequestri di droga che hanno dato riscontri alle indagini. Durante la fase esecutiva delle ordinanze, sono state sequestrate 41 cartucce calibro 22, 3 cartucce da fucile calibro 12, 1.524 grammi di marijuana, 4 grammi di hashish, 97 grammi di sostanza da taglio, 3 bilancini di precisione e 45mila euro in contanti custoditi in una cassaforte. 

Il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, nel corso della conferenza stampa che si è svolta in Questura, ha spiegato che l’operazione «dimostra come la città di Catanzaro sia considerata tranquilla per la scarsa presenza di sodalizi della criminalità organizzata, ma sono poi attivi gruppi delinquenziali di altro genere». Anche il questore Vincenzo Carella ha evidenziato che ci è è trovati di fronte a «due gruppi criminali che gestivano la rete dello spaccio e fornivano due fasce distinte di acquirenti nel capoluogo». 

LA RICOSTRUZIONE DELL’INDAGINE – Il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo si è soffermato sulla «diffusione massiccia di droga che c’è in questa città e che crea problemi alla salute dei giovani». Lombardo ha dichiarato ancora: «Non c’erano rapporti tra i due gruppi, se non sul fatto che il prezzo della droga era calmierato, perchè si erano messi d’accordo sui prezzi». Il procuratore Lombardo ha anche lanciato una proposta sugli assetti della polizia di Stato a Catanzaro: «Vista la grande mole di lavoro portata a termine, è necessario – ha detto – che il posto di capo della squadra Mobile sia diretto da un dirigente di primo livello, che permetterebbe anche un potenziamento in termini di uomini». Il capo della squadra Mobile, Rodolfo Ruperti, ha ricostruito l’operazione: «Siamo partiti da attività tecniche, scoprendo che programmavano ogni giorno rapine e furti che, spesso, non venivano portate e a termine per l’arrivo sul posto di pattuglie della polizia».

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