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Aumenta l’emergenza rifiuti, la discarica di Alli resta ferma ma l’inchiesta della Procura va avanti e, nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani (in foto), è stato inserito un altro nome, quello del responsabile dell’ufficio legale del “Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria”, Francesco Attanasio, 55 anni, di Castrovillari (Cs). A suo carico l’accusa di avere espresso parere favorevole rispetto alle proposte di adozione delle ordinanze commissariali che, dopo aver portato nelle casse della società “Enertech” quasi due milioni di euro, si erano rivoltate come un boomerang contro i due funzionari dell’Ufficio che le avevano firmate, Domenico Richichi e Simone Lo Piccolo, di cui il primo rimasto coinvolto nell’inchiesta anche in qualità di responsabile unico del procedimento della gestione impianto tecnologico Rsu-Alli Catanzaro, e contro lo stesso ex commissario, Graziano Melandri, firmatario di ulteriori ordinanze con le quali veniva liquidata alla “Enertech srl” una somma complessiva di oltre 1 milione e 300 mila euro. E questo nonostante la società fosse subentrata nella gestione della discarica di Alli alla ormai fallita “Enerambiente”, così impedendo che l’Erario potesse far valere su quest’ultima le proprie pretese creditorie. Questo, ovviamente, per ciò che riguarda i pagamenti effettuati dal Commissario a partire dal 26 gennaio 2011, così come hanno ricostruito in maniera certosina i finanzieri del colonnello Fabio Bianco, che, nel continuare a spulciare tra i documenti sequestrati nel corso delle indagini, sono risaliti anche al nome di Attanasio, per via di quei pareri legali rispetto ai quali, tuttavia, il funzionario si è già difeso, tentando di scaricare ogni responsabilità su un collega dell’Ufficio. Le sue dichiarazioni sono ora al vaglio degli inquirenti, chiamati a verificarle tramite controlli incrociati necessari per valutare la possibilità di iscrivere ulteriori nomi nel registro degli indagati.

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