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La preside vieta ad uno studente down di prendere parte alla gita scolastica e così i compagni del ragazzo si ribellano, rifiutandosi di fare il viaggio senza il loro compagno ed ottenendo così la riammissione del giovane disabile.
La vicenda è stata resa nota dall’avvocato Ida Mendicino, che è la responsabile del Coordinamento regionale della Calabria per l’integrazione scolastica. L’episodio risale allo scorso mese di gennaio ed è accaduto in una scuola media di Catanzaro. Il ragazzo down al centro della vicenda, ben integrato nell’attività scolastica, ottenendo anche, grazie al lavoro degli insegnanti di sostegno, un buon profitto, avrebbe avuto un ottimo rapporto con gli altri studenti, che lo hanno sempre aiutato e circondato di grande affetto.
Ma la decisione della dirigente scolastica di escluderlo dalla gita ha provocato la ribellione dei compagni, che sono riusciti alla fine a farlo riammettere al viaggio, che si è svolto poi regolarmente. La discutibile iniziativa delle dirigente, tra l’altro, aveva suscitato anche la reazione dei genitori del ragazzo down, che avevano denunciato la vicenda alla polizia.
L’avvocato Mendicino definisce il comportamento dei compagni dello studente «un segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarietà» e rivolge «un plauso ai ragazzi, che si sono dimostrati – afferma – vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».
Il comportamento della preside, tra l’altro, secondo l’avvocato Mendicino, viola le note ministeriali secondo le quali «le gite rappresentano un’opportunità fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l’attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio». Successivamente alla sua decisione di escludere lo studente down dalla gita, la dirigente, ha riferito ancora Ida Mendicino, ha aggravato la propria posizione esprimendo ai docenti l’intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down. In più la dirigente ha chiesto ai compagni di classe di non fare sapere al ragazzo le date delle gite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacità del giovane disabile di apprendere a causa della sua infermità genetica.

Il presidente dell’Associazione docenti cattolici:
“dovrebbe essere licenziata”

«La dirigente scolastica che ha vietato ad uno studente down di partecipare ad una gita scolastica deve essere licenziata». E’ quanto sostiene il presidente dell’Associazione docenti cattolici, Alberto Giannino, facendo riferimento a quanto accaduto in una scuola media di Catanzaro, secondo cui «il Direttore generale scolastico della Calabria, Francesco Mercurio, deve chiamare un ispettore ministeriale per accertare i fatti. Il licenziamento della preside è previsto dalla legge Brunetta, in vigore dallo scorso mese di settembre, che dà questa facoltà al direttore dell’Ufficio scolastico regionale. La scuola, come sa bene il direttore Mercurio, è una comunità educante. Ha due finalità precise: trasmettere cultura e formare moralmente le nuove generazioni. La Preside di uno degli 11 Istituti comprensivi di Catanzaro ha disatteso gravemente i suoi compiti e le sue funzioni. senza contare che non ha favorito l’integrazione e la socializzazione tra gli studenti».
«Non serve a nulla – dice ancora il presidente dell’Associazione docenti cattolici – parlare a scuola di accoglienza e solidarietà verso clandestini, rom, ebrei, omosessuali, a coloro che vengono considerati a torto dei diversi se poi verso i disabili la discriminazione è quella che usavano gli spartani nella Grecia antica e i nazisti».

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