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CATANZARO – Slitta a domani mattina la proclamazione dei 32 consiglieri comunali eletti lo scorso 6 e 7 maggio. I verbali inoltrati, in mattinata nella sede del tribunale, non sono ancora arrivati al Comune. E, cosi la saga post elettorale del capoluogo continua in un alternarsi di sorprese e colpi di scena. La decisione di posticipare di 24 ore la proclamazione pare, infatti, essere dipesa dall’esigenza di approfondire ulteriormente la procedura di assegnazione dei seggi. L’ipotesi  che Roberto Rizza (Udc) possa aver perso il seggio a favore di Rolando Ciciarello (Per Catanzaro), secondo l’applicazione di una circolare che modifica anche il senso dell’assegnazione dei seggi alla minoranza, previsto dall’articolo 73 del testo unico degli enti locali, ha, infatti, scatenato l’ennesimo caos in città. In mattinata è stato lo stesso Rizza a raggiungere piazza Matteotti, dove ha sede il tribunale, per consegnare al presidente della commissione centrale elettorale un plico di sentenze e di casi simili che certificano la validità del seggio conquistato. Ed è probabile che la controversia della materia abbia reso necessario un ulteriore approfondimento. Tale da determinare lo slittamento della proclamazione.  In sostanza, Rizza resta fuori dal Consiglio perché la commissione elettorale ritiene che alla maggioranza di centrodestra spettino 20 seggi e non già 19 come la legge sembra stabilire in un primo momento avvalendosi dell’applicazione di una circolare che approssima per eccesso quello che la matematica porterebbe ad approssimare per difetto: se l’incrocio di percentuali e resti  determina l’assegnazione alla maggioranza di 19,2 seggi, è ovvio che non potendo attribuire uno 0,2 di seggio, secondo la commissione la frazione diventa unità in più, da assegnare al centrodestra. Il dubbio è: «se rimangono 12 consiglieri da assegnare visto che  Abramo è il 33esimo e non è nel conteggio, come si attribuisce il resto?». Si prende la somma dei voti di coalizione, della II e della III e si dividono per 1, 2  fino ad arrivare a 12  e i quozienti maggiori determinano che i consiglieri di minoranza vengono ripartiti 10 nella coalizione che fa capo a Scalzo e 2 alla coalizione che fa capo a Celi. Un altro passo del D’Hont del proporzionale si applica all’interno di ciascuna coalizione: i quozienti di Udc, MpA, Fli-Celi, La città di tutti e “Cz c’è” vengono divisi per uno e per 2; i 2 quozienti maggiori che sarebbero di Udc e MpA conquistano un seggio, quello del candidato sindaco che risulta in quota alla lista con il quoziente minore, vale a dire l’MpA. 

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