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Due agenti di polizia penitenziaria sono rimasti feriti, in modo non grave, nel carcere minorile di Catanzaro, dove si è verificata una rissa tra detenuti. La vicenda verificatasi martedì scorso, è stata resa nota oggi da Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato di categoria Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale dello stesso sindacato.
L’accaduto, secondo i due sindacalisti, «riporta all’attenzione la questione delle carceri minorili, dove gli eventi critici (aggressioni, danneggiamenti ed atti di etero ed autolesionismo) si susseguono a ritmi frequenti. Già lo scorso anno, sempre nel carcere minorile di Catanzaro, – riferiscono i due sindacalisti del sappe – un agente di polizia penitenziaria fu colpito al volto da un pugno sferratogli da un detenuto che stava frequentando un corso di boxe, all’interno del carcere. Bisogna ricordare che in queste strutture sono spesso reclusi giovani che hanno un percorso criminale rilevante e si sono resi responsabili anche di gravi reati. In un territorio come quello calabrese, poi, – aggiungono – alcuni di questi giovani potrebbero anche appartenere a famiglie legate alla ‘ndrangheta. Sarebbe quindi opportuno fare più sicurezza, fermo restando un adeguato percorso rieducativo. Noi del Sappe – scrivono – siamo sempre più convinti della necessità di far passare la gestione della giustizia minorile al Dipartimento per adulti, fermi restando l’impianto processuale e penale esistenti. Ciò determinerebbe un notevole risparmio di risorse economiche ed umane». I due esponenti del sappe fanno rilevare che « oggi, all’interno del Dipartimento giustizia minorile, ci sono tre direzioni generali, sul territorio sono dislocati undici centri giustizia minorile, diciannove istituti per minori e vari centri di prima accoglienza, per gestire circa 480 reclusi. Il personale di polizia penitenziaria è di circa 850 unità».

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