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CATANZARO – Quando devono usufruire dei servizi igienici è un guaio. Proprio un guaio. Per i bambini che frequentano la scuola elementare al plesso Fortuna – la scuola ricade nel X circolo didattico – andare in bagno è più complicato del solito. Da oltre una settimana manca la luce. E non sarebbe neppure la prima volta. E allora per poter fare pipì i piccoli alunni, oltre cinquecento, devono essere accompagnati dalle maestre con tanto di candela. Complice un mese di maggio particolarmente piovoso e bigio e considerato che la scuola è ospitata all’interno di un capannone, la luce fioca dei moccoli supplice alla poca luce che entra dalle finestre. Una situazione che si aggrava per tutti quei bambini che restano in aula anche nel pomeriggio fino alle 14 frequentando i Pon, quei progetti che si svolgono durante le ore extrascolastiche. La speranza dei genitori che il disagio potesse essere di facile soluzione, è naufragata quando hanno capito che l’assenza di corrente elettrica non era dovuta ad un black out passeggero. «Non un giorno, due, tre, ma ormai è da una settimana che a scuola manca la luce» spiega una mamma e un padre avanzando l’ipotesi che l’Amministrazione comunale non abbia pagato le bollette e che la luce venga puntualmente staccata. 

 Eppure gli oltre 500 alunni – l’edificio ospita cinque classi, dalla I alla V elementare che comprendono ben cinque sezioni – continuano ad andare a scuola. Non potrebbe essere altrimenti considerato che la fine dell’anno scolastico è vicina e nessuno può permettersi il lusso di anticipare le vacanze. Eppure, quando gli alunni delle elementari vennero trasferiti dalla scuola di via Forni su Viale Magna Graecia, in quel capannone, a una manciata i chilometri dal quartiere marinaro – più piccoli dislocati nelle scuole di Corvo e Aranceto – i genitori avevano pensato di aver risolto almeno in parte i loro problemi legati alla struttura dell’edificio dichiarato inagibile. Pensavano ad aule soleggiate e a locali a misura di bambini. Ma capirono subito che non era così. Le piogge di dicembre scorso, ad onor del vero alluvioni, costrinsero i bambini a, ridosso di Natale, a qualche giorno di vacanza in più rispetto ai loro coetanei. In più di un’occasione, le pozzanghere formarono tra il parcheggio auto e il portone di ingresso dell’edificio scolastico, un lago, un serio ostacolo che non permetteva a nessuno di avvicinarsi. Poi la carenza idrica, e quindi la sospensione delle lezioni per questioni igieniche sanitarie. Ora, lezioni a luce di candela. Ma questa volta di romantico, giurano i genitori, non c’è veramente nulla.
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