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CATANZARO – Luci all’ombra della crisi più nera. La politica del rigore e il pasticcio delle urne spengono le luminarie del Natale. Il commissario, Silvana Riccio, fa l’ultimo tentativo. Alla prima gara andata deserta ne farà seguire una seconda allargata a un numero maggiore di ditte, provenienti anche da fuori provincia. Eppure, pur avendo dato mandato al settore di stringere i tempi, certo è che le strade del capoluogo non si illumineranno a festa nel giorno che, per tradizione, sancisce l’inizio del Natale: l’otto dicembre.  Il sabato dell’Immacolata, diversamente dagli altri anni, non sarà allietato da luci e addobbi.   Perché? Un po’ perché sono i tempi della crisi a vestire di scuro le prospettive delle attività commerciali, un po’ perché  è mancata la volontà organizzativa di rispondere alla difficoltà con luci sfrontate e sfavillanti. Fatto sta che,  nel momento in cui forse di più la città aveva bisogno di sentire il clima della festa, vetrine e strade non saranno illuminate da stelle e sculture luminose.  La sospensione del Consiglio comunale, il ritorno alle urne per 6168 elettori e la crisi economica pesano come un macigno sul capoluogo. E i catanzaresi non troveranno sollievo neanche grazie agli addobbi.
Per il momento nessuno scintillio illuminerà vie, negozi, e balconi dal cuore del corso principale al centro storico. Certo c’era da aspettarselo. Del resto quello delle luminarie è stato uno dei primi argomenti che il sindaco decaduto, Sergio Abramo, ha sottoposto al commissario Riccio. È evidente che l’amministrazione comunale stesse già pensando alle iniziative per il Natale. Ma la decisione del Tar di annullare le operazioni elettorali in otto sezioni ha cambiato lo stato delle cose. Come? Come in un film visto e rivisto: la città perde sindaco, giunta e consiglio.  Viene travolta dal secondo tsunami politico – elettorale nel giro di un anno. Si prepara al Natale. Ma lo fa in un clima di austerity dettato non solo dalla crisi economica, ma anche dal disordine delle urne. Eppure quella delle luminarie sembra una maledizione. Un anno fa,  pochi giorni prima le dimissioni di Michele Traversa a sette mesi dall’elezione a sindaco, il Comune fu costretto a prendere in fitto – per una cifra di 120mila euro – le luminarie. E non perché l’Ente non le avesse di sua proprietà bensì perchè le luci erano misteriosamente sparite. Un giallo irrisolto. Su cui, in molti, si interrogano ancora senza riuscire  a darsi  una risposta. Resta il fatto che mentre la Londra di Sherlock Holmes è una città dura e difficile, la Catanzaro dei giorni nostri è una città ricca di misteri che, forse, neanche l’investigatore di Sir Arthur Conan Doyle sarebbe in grado di chiarire. Ma tant’è. Sparite le luminarie, acquistate dalla precedente legislatura, alla  squadra di governo di Traversa non rimase altro da fare che dare il via libera ad un nuovo deliberato. La giunta, sentita la relazione dell’allora assessore al Turismo Nicola Armignacca, affidò alla Catanzaro servizi l’allestimento delle luminarie natalizie nel centro storico della città.
La spesa prevista era di 120 mila euro e ha consentito all’Ente di fittare gli addobbi per le vie del centro storico e dei quartieri di Lido e Santa Maria.  Trascorso un anno, la situazione è cambiata poco. La città non ha un sindaco. Non ha un consiglio e  non ha una giunta. E’ costretta a tornare alle urne sperando nel miracolo delle luminarie. La speranza è che la seconda gara, indetta ieri su input del commissario, non vada nuovamente deserta. Che la burocrazia degli enti locali tenga il passo con le renne di Babbo Natale. E che la maledizione delle luminarie, oltre che quella del voto, abbandoni definitivamente il capoluogo. Che, per tramite del Comune con un’apposita delibera, rinnoverà il voto alla Vergine  Immacolata nella cerimonia che avrà luogo venerdì alla presenza dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro – Squillace,  Vincenzo Bertolone.

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