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Si terranno nella prossima settimana gli interrogatori dei quattro magistrati coinvolti nell’inchiesta Toghe Lucane-Bis condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Il procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli, ed il suo sostituto Simona Rossi hanno inviato gli avvisi a comparire per l’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano (ora in pensione), i sostituti procuratori generali Gaetano Bonomi e Modestino Roca e l’ex sostituto procuratore della Repubblica Claudia De Luca (ora in servizio in un’altra sede giudiziaria).
Nell’inchiesta sono coinvolti anche un ex agente del Sisde, Nicola Cervone, tre ufficiali di polizia giudiziaria, un imprenditore ed un autista della Procura generale di Potenza. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, violazione della legge sulle società segrete, corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio.
L’inchiesta Toghe Lucane-Bis è nata da una indagine su alcune lettere di calunnia ai danni dell’ex pm del capoluogo lucano, Henry John Woodcock, attuale sostituto procuratore a Napoli. Nel febbraio del 2009, secondo quanto riportano stamane alcuni quotidiani, fu preparato un esposto anonimo con i tabulati telefonici di Woodcock e quelli della giornalista Federica Sciarelli per accreditare l’ipotesi, che non è risultata veritiera, secondo la quale il Pm aveva fornito notizie riservate alla conduttrice della trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?» ma anche al conduttore di Annozero, Michele Santoro. Il tutto era finalizzato, secondo l’ipotesi accusatoria, ad avviare, da parte della Procura generale di Potenza, verifiche disciplinari nei confronti di Woodcock e di altri magistrati della Procura della Repubblica del capoluogo lucano.
Negli atti dell’inchiesta Toghe Lucane-bis ci sarebbero anche intercettazioni telefoniche tra Bonomi ed alcuni esponenti politici e magistrati in servizio all’ispettorato del ministero della giustizia tra cui Gianfranco Mantelli, che effettuerà un’ispezione alla Procura di Napoli disposta dal Ministro dopo la vicenda dell’inchiesta su Gianpaolo Tarantini. Nel fascicolo dei magistrati di Catanzaro si è poi aggiunta la denuncia di un imprenditore lucano il quale sostiene che ci fu un complotto contro di lui relativamente al sequestro di una struttura turistica realizzata con fondi pubblici.

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