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REGGIO CALABRIA – «Mio padre ha cambiato la storia di questo Paese». Una testimonianza intensa, un racconto intimo quello formulato questa mattina dal magistrato Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco Chinnici, assassinato da Cosa Nostra nel 1983, a Palermo, nella strage di via Pipitone Federico. 

 
 
 Durante la seduta della Commissione regionale antimafia, alla sala Levato di Palazzo Campanella, in occasione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime della ‘ndrangheta”, Caterina Chinnici, davanti a tanti studenti, ha “rievocato” la figura del giudice palermitano con “la religione del lavoro”, che intuì l’importanza di istituire un pool antimafia per contrastare in maniera efficace la criminalità organizzata, considerando, allo stesso tempo, fondamentale e doveroso parlare nelle scuole, ai giovani, per formare “una nuova coscienza”, una consapevolezza reale rispetto al fenomeno mafioso. Oggi Capo Dipartimento per la giustizia minorile presso il Ministero della Giustizia, Caterina Chinnici ha ricordato il padre come “un modello di vita”, la persona «che mi ha fatto innamorare di questo lavoro e che mi ha trasmesso valori che mi accompagnano ogni giorno».
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