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di MARIA F. FORTUNATO
«Su tutto si può discutere oggi, tranne che sulla valutazione strategica di un’opera come la metropolitana leggera. Ora siamo nella fase di attuazione di una volontà politica espressa da Comuni, Provincia e Regione e che ha ottenuto anche il via libera dall’Unione europea». Il sindaco di Rende, Vittorio Cavalcanti, non ha dubbi: la metro leggera non si tocca. «Dobbiamo fare innanzitutto chiarezza sullo stato dell’arte. La metro non è, come sostiene qualcuno, in fase di progettazione. Dell’opera – dice Cavalcanti, rispondendo soprattutto a Domenico Gattuso e Pino Iacino – è stato già approvato il progetto definitivo e si sta per bandire un appalto integrato per il progetto definitivo e i lavori di realizzazione dell’opera. È possibile formulare correzioni migliorative, ma non è possibile in questa fase lavorare su una ipotesi di nuovo progetto. In secondo luogo, va anche detto che chi inserisce la funzione della metro leggera solo nell’ambito dell’area urbana sbaglia. La direttrice con l’Unical e l’offerta per la mobilità tra Cosenza e Rende sono aspetti fondamentali, è ovvio, ma non bastano a valutare compiutamente l’opera. La metro ha una valenza provinciale e si inserisce in un contesto più ampio perché prevede l’accesso a Vaglio Lise e interrelazioni con l’area del Savuto. Si è scelto il ferro anziché la gomma proprio per favorire l’integrazione con il trasporto ferroviario». Il progetto prevede, infatti, percorsi ettometrici per collegare il tracciato cosentino alla stazione di Vaglio Lise e favorire gli interscambi, in più la metro viaggia a scartamento ridotto come i treni di Ferrovie della Calabria che dal Savuto arrivano a piazza Matteotti. Per Cavalcanti la metro ora si può certo migliorare, correggere, implementare, purché non si metta a rischio il finanziamento di 160 milioni di euro. Anzi, in quest’ottica anche l’amministrazione comunale di Rende è pronta a fornire i suoi suggerimenti, sulla scorta di quelli individuati già da Palazzo dei Bruzi. Occhiuto propone una modifica del tracciato, lungo la direttrice che da Rende va a Cosenza “spostando” un binario da viale Mancini a via Panebianco, per continuare su via Caloprese, via Roma, corso Umberto, fino ai “2 Fiumi”. «A questo punto noi proponiamo una modifica del tragitto anche all’ingresso, perché la metro – spiega Cavalcanti – possa arrivare a Rende da via Panebianco». Per intenderci i vettori arriverebbero da viale Mancini, salirebbero da via Negroni per “approdare” su via Panebianco ed entrare a Rende dal ponte di Campagnano, all’altezza delle piscine. «Se la modifica del tragitto non influirà sul cronoprogramma previsto per l’opera e sulla fattibilità di un percorso già in fase avanzata, noi non porremo alcuna obiezione, anzi formuleremo anche le nostre proposte. Se sarà possibile, dovranno stabilirlo i tecnici. La valutazione che spetta alla politica – dice Cavalcanti – deve tener conto dell’impossibilità di rinunciare ad un finanziamento per un’opera strategica che può incidere sulla mobilità di città e provincia». Il sindaco di Rende replica anche sul tema dei costi e della sostenibilità finanziaria dell’opera. «Il bus e il trasporto su gomma richiedono notevoli costi di manutenzione. Un pullman dopo cinque anni è vecchio. La metropolitana leggera – continua Cavalcanti – è un investimento a breve e medio termine. La compatibilità economica e finanziaria dell’opera, del resto, è un problema affrontato già dai tecnici e dai progettisti. E su quest’aspetto, l’opera ha superato anche la valutazione dell’Unione europea. Non si può rinunciare ora, dopo aver lottato tanto, e ottenuto anche il riconoscimento di progetto strategico dalla stessa Europa. Abbiamo registrato anche l’impegno del governatore Scopelliti che ha rimediato allo scippo dei fondi Fas, recuperando le somme necessarie per completare il finanziamento». Della circolare veloce su gomma che nel frattempo ha in mente Occhiuto «si può parlare». C’è un elemento di cui però non si può fare a meno. «È necessario coinvolgere anche gli altri gestori dei servizi di trasporto pubblico. Il sindaco di Cosenza, parlando della circolare leggera, fa riferimento spesso all’Amaco, ma al tavolo bisognerà invitare anche il Consorzio Autolinee, che ha la concessione del servizio di trasporto su Rende. Le soluzioni che si troveranno – spiega Cavalcanti – dovranno tener conto di entrambe le aziende. Un servizio di trasporto pubblico integrato tra Cosenza, Rende e Castrolibero è una scelta politica strategica e su questo non c’è dubbio. Le soluzioni spettano ai tecnici. Il problema principale sono le auto in entrata a Cosenza e di questo vogliamo farci carico anche noi. La visione, tuttavia, dovrà essere sempre d’insieme e mai “Cosenzacentrica”». L’apparato normativo certo non aiuta, secondo il sindaco di Rende che, ricordiamo, è stato già assessore alla Mobilità a Cosenza. «È un sistema rigido, perché non si è ancora passati dalle concessioni alle gare. L’approdo dovranno essere gli appalti, con piani industriali rispetto ai quali, per quanto mi riguarda, saranno premiate le soluzioni integrate e reticolari». Infine, un’avvertenza: «Dobbiamo evitare un rischio, ovvero che la circolare veloce diventi per qualcuno l’occasione per mettere in discussione e proporre l’azzeramento della metro leggera».

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