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POTENZA – L’inceneritore di Melfi “salvato” all’ultimo minuto, almeno stando a quanto imposto dall’ultima sentenza del Tar della Basilicata. Una imposizione chiara dopo aver giudicato inammissibile il ricordo della Fenice Srl: la Regione avrebbe dovuto esprimersi, positivamente o no, entro il 14 aprile. E così è stato: c’è voluta una riunione notturna due giorni fa per trovare una soluzione. Ma si tratta, almeno stando a quanto detto dall’assessore all’Ambiente Aldo Berlinguer, di un provvedimento fortemente restrittivo sotto alcuni punti di vista.

Ma la notizia è che l’inceneritore potrà continuare il suo lavoro, almeno fino alla scadenza della validità dell’autorizzazione, prevista fra sei anni. Il tutto è stato confermato anche nell’audizione dell’assessore in terza commissione, assieme al direttore generale del dipartimento Ambiente, Carmen Santoro, alla dirigente Filomena Pesce e al sindaco socialista di Melfi Livio Valvano, avvenuta ieri mattina. La commissione, però, ha annunciato ulteriori approfondimenti nelle prossime riunioni. Stando a Berlinguer, si tratta di un’autorizzazione molto più restrittiva rispetto alla precedente, anche se resta fondamentale il ruolo dell’Arpab nei monitoraggi, la stessa Arpab definita nel rapporto del 2013 della commissione speciale di inchiesta un pezzo di  quell’“incapacità complessivamente mostrata dal “sistema” delle Amministrazioni Pubbliche (Regione e suoi Enti strumentali, Arpab, Provincia e Comuni) di affrontare in maniera adeguata la situazione. È sufficiente considerare – si legge nella relazione del 2013 –  che l’Arpab ha utilizzato consistenti risorse pubbliche finanziarie, umane e strumentali, senza ottenere risultati tangibili in quanto non è stata in grado di poter affrontare con autorevolezza le più svariate emergenze ambientali che in questi ultimi anni hanno caratterizzato la Basilicata”.

I PARTICOLARI – Entro due mesi Fenice dovrà preparare e trasmettere agli uffici di compatibilità ambientale regionale, all’ufficio ambiente della provincia e all’Arpab un “protocollo di gestione dei rifiuti” che sarà valutato dagli enti. In questo protocollo dovranno esserci tutte le procedure adottate a partire dalle caratterizzazioni preliminari. In pratica Fenice dovrà descrivere tutto: conferimento, accettazione, congedo dell’automezzo, tempi e modalità di stoccaggio dei rifiuti fino a fine trattamento, le procedure di trattamento anche sanitarie e le procedure di miscelazione di rifiuti pericolosi, caratteristiche chimiche delle miscele prima dell’ingresso ai forni e le procedure di registrazione di carico e scarico dei rifiuti fino alle modalità di gestione delle annotazioni sulle anomalie.

Per quanto riguarda le emissioni invece viene stabilito il valore limite del 20%, riducendo di fatto le soglie di attenzione. A questo proposito Fenice dovrà registrare i dati in tempo reale, compresi quelli del sistema automatico. Ma nell’Aia viene anche predisposto uno studio di sorveglianza ambientale e sanitaria in relazioni alle emissioni di sostanze inquinanti.

Entro sei mesi invece Fenice è tenuta ad installare una stazione meteorologica e una di monitoraggio dell’aria all’interno dello stabilimento.

Per quanto riguarda invece la trasparenza: Fenice Ambiente Srl dovrà realizzare in sei mesi all’Urp dei comuni di Melfi e Lavello due punti aperti al pubblico ed un sito web per la verifica degli inquinanti immessi nell’aria.

Tra le altre cose sono state accolte le istanze del comune di Melfi riguardo l’acquisizione dei dati provenienti dal sistema di monitoraggio prima di ogni attività di elaborazione svolta dal gestore stesso, al rifacimento delle reti interrate, ormai obsolete e potenzialmente pericolose, e un organico, composto da sette unità specializzate, addette al corretto funzionamento degli impianti. In totale le prescrizioni sarebbero oltre 130, ma non si tratta di un provvedimento “definitivo” sulla questione inquinamento ambientale. In tutto questo vanno inserite anche le possibili sanzioni a cui potrebbe incorrere la società in caso di mancato rispetto di anche un solo parametro.

Dal canto suo Livio Valvano si è detto «ampiamente soddisfatto», anche perché nell’Aia sono state recepite alcune sue osservazioni.

D’altro canto Berlinguer per mesi ha ascoltato i pareri di associazioni e sindaci prima ad arrivare alla stesura di questo documento. Tutto questo però non riguarderà la questione della bonifica del sito. La questione sarà trattata in un altro procedimento che quindi non sarà arrestato da questa autorizzazione, la cui competenza è esclusiva del Comune di Melfi.

v.panettieri@luedi.it

 

 

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