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C’ERA il dirigente dell’Asl che faceva da collettore dei voti della ‘ndrangheta (LEGGI L’ARTICOLO) ma c’era anche il sindaco Alessandro Cattaneo che, prima di essere eletto, nel 2009, «aveva partecipato» a «aperitivi e cene» organizzati da Giuseppe Pino Neri, l’uomo considerato il “capo dei capi” della ‘ndrangheta in Lombardia. 

Cattaneo è l’ex “formattatore” del Pdl e presidente facente funzione dell’Anci. I giudici di Milano scrivono di lui in uno dei passaggi delle 1.400 pagine di motivazioni, depositate ieri, della sentenza “Infinito”, con cui, lo scorso dicembre, sono state condannate 41 persone. Cattaneo era stato sentito come testimone al processo. 

Il collegio dell’ottava sezione penale (giudici Balzarotti – Greco – Speretta) nelle motivazioni affronta, infatti, anche il tema della «competizione elettorale dell’anno 2009 per il rinnovo del consiglio comunale della città di Pavia, in cui Neri (al termine del processo Infinito” condannato a 18 anni, ndr) si spende per l’elezione di Del Prete Rocco Francesco, candidato nella lista denominata Rinnovare Pavia, che sosteneva la candidatura a Sindaco di Alessandro Cattaneo, di area Pdl, poi effettivamente eletto».   Secondo i giudici, il «coinvolgimento diretto di Neri» in quella «campagna elettorale» era stato «molto attivo e lo aveva portato in prima persona, ad organizzare aperitivi e cene in casa propria e presso lo studio in piazza della Vittoria, alle quali aveva partecipato anche il futuro sindaco Alessandro Cattaneo, eletto nella lista Pdl con il sostegno anche di “Rinnovare Pavia”».   

Secondo i giudici, «decisamente scarso è stato il contributo dichiarativo», come testi in aula, «di tutti i protagonisti delle vicende politico-elettorali esaminati in dibattimento». Nelle oltre 1.400 pagine di motivazioni, infatti, il collegio ripercorre anche tutti i presunti contatti tra l’ex direttore della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco – condannato a 13 anni e ritenuto il «trait d’union» tra le cosche e la politica – ed esponenti politici (mai indagati), già emersi nel corso delle indagini: dall’ex deputato del Pdl Giancarlo Abelli, fino all’ex consigliere regionale Angelo Giammario.    Cattaneo, «eletto nel 2009 con il sostegno della lista Rinnovare Pavia, della quale faceva parte il candidato fatto votare da Neri, non ha potuto negare», quando è stato sentito nel processo, «di avere partecipato – spiegano i giudici – a due eventi organizzati in campagna elettorale proprio da Pino Neri, presso la propria abitazione e presso lo studio di piazza della Vittoria; ha anche aggiunto di avere conosciuto l’imputato in quelle occasioni e di non sapere alcunchè sul suo conto».   

I presunti contatti ‘ndrangheta-politica vengono evidenziati in diversi passaggi delle motivazioni: «Negli ultimi 15 anni – scrive il collegio – la ‘ndrangheta lombarda si è evoluta dal punto di vista criminale (…) estendendo il proprio raggio d’azione anche ad ambiziosi progetti di controllo di attività economiche ed imprenditoriali, ampliando i propri rapporti con pubblici funzionari (…) divenendo interlocutore appetibile per garantirsi voti in occasione di competizioni elettorali». 

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