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CERZETO (COSENZA), 13 DIC – “La New Town costruita a Cerzeto dopo la frana della frazione Cavallerizzo è, di fatto, abusiva e non aveva senso di esistere”. Ad affermarlo è il segretario dell’Associazione ‘Cavallerizzo Vivè, Antonio Madotto, il quale ha reso noto che il Consiglio di Stato si è pronunciato relativamente al loro ricorso sulla delocalizzazione della frazione Cavallerizzo.
“Manca la Valutazione di impatto ambientale – aggiunge Madotto – che non può assolutamente essere fatta ex-post. Al momento sono stati spesi circa 70 milioni di euro e nel nuovo paese sono abitati solamente il 30% degli appartamenti costruiti dalla Protezione Civile Nazionale. Molte sono le case in vendita o con i cartelli affittasi mentre altre abitazioni sono in uno stato di degrado. Il vecchio paese vive ancora (seppur nell’abbandono) grazie ad alcuni cittadini dell’associazione Cavallerizzo Vive, in particolare vi abita una signora con il suo figlio disabile da circa quattro anni. La signora Liliana Bianco sta chiedendo il collegamento alla corrente elettrica che le viene continuamente negata dall’amministrazione comunale di Cerzeto in accordo con l’Enel”.
“Il risultato che abbiamo ottenuto con la sentenza del Consiglio di Stato – aggiunge Madotto – è incredibile perchè ci consente la possibilità di tentare un vero e proprio recupero del nostro borgo e soprattutto ci ripaga dal fatto che ci hanno ingiustamente allontanato dalle nostre abitazioni quando l’85% circa di Cavallerizzo è integro e perfettamente agibile”.
Il progetto della nuova ‘Cavallerizzò prevedeva la rilocalizzazione di un nuovo insediamento per 564 abitanti con 264 unità abitative, sei piazze, una scuola e una chiesa. Il cantiere fu aperto nell’ottobre del 2007 e l’intervento è stato totalmente pubblico. 

CERZETO (CS) – «La New Town costruita a Cerzeto dopo la frana della frazione Cavallerizzo è, di fatto, abusiva e non aveva senso di esistere». Ad affermarlo è il segretario dell’Associazione “Cavallerizzo Vive”, Antonio Madotto, il quale ha reso noto che il Consiglio di Stato si è pronunciato relativamente al loro ricorso sulla costruzione di un nuovo insediamento abitativo dopo che una frana nel marzo 2005 ha reso inagibili le case della frazione Cavallerizzo.

 

Secondo quanto riferisce Madotto, al progetto della new town «manca la Valutazione di impatto ambientale che non può assolutamente essere fatta ex-post». L’associazione che da tempo si batte per salvare il vecchio centro abitato fa notare che «al momento sono stati spesi circa 70 milioni di euro e nel nuovo paese sono abitati solamente il 30 per cento degli appartamenti costruiti dalla Protezione Civile Nazionale. Molte – aggiunge Madotto – sono le case in vendita o con i cartelli affittasi mentre altre abitazioni sono in uno stato di degrado. Il vecchio paese vive ancora (seppur nell’abbandono) grazie ad alcuni cittadini dell’associazione Cavallerizzo Vive».

In particolare c’è il caso di una signora che è rimasta a vivere nella sua abitazione con il suo figlio disabile da circa quattro anni. Liliana Bianco sta chiedendo il collegamento alla corrente elettrica che le viene continuamente negata dall’amministrazione comunale di Cerzeto in accordo con l’Enel. «Il risultato che abbiamo ottenuto con la sentenza del Consiglio di Stato – aggiunge Madotto – è incredibile perchè ci consente la possibilità di tentare un vero e proprio recupero del nostro borgo e soprattutto ci ripaga dal fatto che ci hanno ingiustamente allontanato dalle nostre abitazioni quando l’85% circa di Cavallerizzo è integro e perfettamente agibile».

LE FOTO – LA FRANA, LA NEW TOWN, IL SOPRALLUOGO DI BERTOLASO E LA DONNA CHE NON MOLLA

Il progetto della “nuova Cavallerizzo” prevedeva la rilocalizzazione di un nuovo insediamento per 564 abitanti con 264 unità abitative, sei piazze, una scuola e una chiesa. Il cantiere fu aperto nell’ottobre del 2007 e l’intervento è stato totalmente pubblico. Era stato presentato come progetto modello per gli interventi della protezione civile e i lavori sono stati ispezionati di persona da Guido Bertolaso, che all’epoca era capo della Protezione civile.

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