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POTENZA – E’ IL gran giorno. Dopo settimane di polemiche, scontri verbali e rivendicazioni, i sindacati di Uil e Cgil manifestano contro il Jobs act e la legge di stabilità. Questioni “nazionali” ma che sulla Basilicata potrebbero avere effetti deleteri sul già precario mondo lavorativo ed economico. Ne sono convinti i due segretari lucani Carmine Vaccario (Uil) e Alessandro Genovesi (Cgil). I sindacati se da una parte rivendicano una diversa politica economica, investimenti pubblici, politiche industriali all’avanguardia, una vera riforma della Pubblica Amministrazione, il rinnovo dei contratti pubblici e privati, dall’altra si dicono preoccupati sul futuro della regione, alla luce dei provvedimenti contenuti nel Jobs act. «Quando parliamo di 40.000 precari lucani, molti dei quali giovani – dice Genovesi – è evidente che il provvedimento governativo inciderà e non poco sui destini dei cittadini». In particolare, sostiene Vaccaro, se parliamo «dei contratti a tutela crescente. E’ sbagliato, secondo il nostro modo di vedere, cercare di creare il lavoro con una “legge”. L’occupazione si la si incentiva con gli investimenti. In Basilicata, se esclusiamo la Fiat, sono 20 anni che non vediamo investimenti». Una cosa per i sindacati è chiara: il Jobs act rischia di far “crollare” la già precaria economia lucana. Per questo – sostengono i sindacati – è il momento di agire e “cambiare marcia”. Del resto lo slogan scelto per la giornata è assai indicativo: “Così non va”.

(L’articolo completo sull’edizione acquistabile online e in edicola)

 

 

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