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AI sindacati questo tour presindenziale proprio non è andato giù. E’ un mese che propongono soluzioni e cercano un incontro con l’assessore al ramo Franconi, che nella conferenza stampa indetta per illustrare il raggiungimento degli obiettivi sulla sanità alla conferenza Stato – Regioni ha rimandato tutte le questioni più spinose a settembre. Tra queste, le liste d’attesa. Ormai il giorno della prima campanella è alle porte. E i sindacati, certo non si aspettavano che a settembre si cominciasse a discutere ma che, fatto tesoro di quanto deciso e stabilito ad agosto, il problema per settembre fosse risolto. Eccoli, invece, ancora qui. A chiedere per l’ennesima volta un incontro e a illustrare la propria ricetta per porre finalmente fine all’annoso problema delle lunghe liste d’attesa.

Afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Alessandro Genovesi: «Sulle liste di attesa non serve girare per ospedali, basterebbe fare quello che propongono i sindacati. Ben vengano tutte le visite di cortesia e l’interessamento diretto del presidente della Regione per capire lo stato della sanità lucana e degli ospedali, tenuti in piedi dalla professionalità e dal senso di responsabilità di centinaia di lavoratori pubblici. Vorremo però sapere l’opinione del presidente sull’annosa questione delle liste di attesa, a fronte di una serie di proposte di Cgil, Cisl e Uil (redatte insieme al sindacato pensionati e alle categorie dei dipendenti del settore) e di un tavolo di confronto con l’assessore Franconi, che non è mai stato riconvocato dopo l’illustrazione da parte delle forze sociali della piattaforma stessa». Intanto resta fissato per ilprossimo 12 settembre una manifestazione unitaria indetta dai sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil, con il sostegno delle confederazioni, sotto la Regione, proprio per denunciare il silenzio assordante che proviene dell’assessorato alla Salute. «Purtroppo – continua – da un po’ troppo tempo ci si sta rivolgendo al presidente Pittella per coprire mancanze, per non dire altro dei propri assessori, diverse volte anche con risultati positivi ed apprezzabili, ma così non si può andare avanti perché quando si parla di temi come le liste di attesa, come esami fondamentali per non morire che vengono assegnati dal Cup al 2016, cioè dei diritti basilari di un cittadino, perdere tempo o non dare risposte non è solo un problema politico e sociale, di relazione con le forze sociali, ma una questione di dignità e di quel ruolo pubblico della politica al servizio della comunità che o si esercita o è meglio fare altro nella vita».

Di esempi su questo giornale ne sono stati riportati a bizzeffe. Dalla radiografia alla caviglia agli esami più urgenti i tempi di attesa possono arrivare fino ai due anni.

Afferma il segretario generale Uil Matera, in risposta alla visita di Pittella agli ospedali materani: «Il pur apprezzabile pareggio dei conti conseguito dall’Asm, con il fondamentale e prevalente apporto straordinario e non più reiterabile dei lavoratori, non ha in alcun modo affrontato le vere questioni che incombono sul sistema sanitario materano e non solo: liste di attesa e razionalizzazione e ottimizzazione delle strutture sul territorio»

Per le liste d’attesa,  dice: «Occorre semplicemente quanto pedissequamente rispettare le classi di priorità. Non vi possono essere raccomandazioni e situazioni di privilegio nella sanità. Occorre quindi superare la logica della compartimentazione dei tre segmenti di erogazione dei servizi: pronto soccorso-attività di ricovero e ambulatoriale; costituendo un sistema a rete nel quale il paziente può essere accolto e orientato tempestivamente da qualsiasi livello del sistema egli si approccia». Se, poi, uno degli elementi chiave è il territorio: «allora bisogna rafforzare concretamente lo stesso con la costituzione dei “punti salute”, affinchè si possano erogare le prestazioni richieste con adeguatezza e in luoghi i più vicini possibili alla residenza dell’ammalato. L’allargamento poi degli orari di erogazione delle prestazioni e della diagnostica, corroborato dall’indispensabile incremento di personale ad ogni livello, costituiscono l’elemento di quadratura del cerchio. Stretta interrelazione con le problematiche delle liste di attesa ce l’hanno i presidi distrettuali, rispetto ai quali bene fa il presidente Pittella ad auspicare per loro un futuro di “ospedali di comunità” ma anche di presidi detentori di alte specializzazioni non duplicate sul territorio»

 

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