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LUCIA Serino direttore del Quotidiano della Basilicata nell’articolo di fondo del 21 aprile ’15 apre ad una riflessione i cui contenuti ci accompagneranno anche nel dopo elezioni. Condivido la sua impostazione e ritengo utile che si debba sviluppare un serio lavoro sul rapporto tra cultura, Matera2019, classi dirigenti e partecipazione. Credo anch’io che a Matera la cultura non ci ha messo a riparo e non ci ha salvato soprattutto se si pensa di far prevalere gli eventi al rafforzamento delle condizioni perché si formi una nuova generazione di abitanti culturali in grado di partecipare attivamente alla costruzione di una nuova coscienza civica e culturale . Il riferimento è fatto ad una campagna elettorale che si preannuncia “urlata” e che potrebbe allontanare la città dall’importante appuntamento ed impegno che è il 2019 anno in cui Matera rappresenterà l’Italia nel mondo come Capitale Europea della Cultura.
Matera, per il direttore, rischia di perdere un anno tra elezioni, estate, insediamento del consiglio, composizione delle commissioni , giunta e via andare. Il direttore ritiene che in questa campagna elettorale si sono smarriti sia i riferimenti valoriali che i monogrammi di partito e ci suggerisce una genesi alternativa che personalmente non sono riuscito ad individuare tra le righe del suo articolo se non immaginando una sorta di moratoria con la quale si doveva convergere e confermare il sindaco uscente dando, nei fatti, a lui il mandato di gestire questa fase fino al 2020.
Mi ha colpito ancora più dei riferimenti ai simbolo di partito o ai valori che questi possono esprimere, il riferimento a Iosif Brodskij e al discorso sulla noia. Lei ritiene , guardando questa campagna elettorale, che se affondiamo subito ci assicuriamo la visione del peggio e avendo toccato il fondo, più facilmente si potrà tornare su. La sua è una affermazione complessa, anche per l’accostamento tra il Nobel Brodskij e le elezioni materane, che ho riletto più volte per capirne il significato e per cogliere il rapporto con le imminenti elezioni amministrative. Chi legge non sono gli studenti su un prato verde ma materani che con molte probabilità non leggono e non conoscono il New Yorker e che sono stati , in questi anni ovvero decenni , indotti a guardare con più attenzione alle rendite immediate piuttosto che al bello. Non ci sono studenti su un prato verde a cui si descrive il senso della futilità, ma cittadini che , rispondendo ad un dovere, andranno a votare per scegliere chi dovrà amministrare la città nei prossimi cinque anni. Il 31 maggio p.v. , giorno in cui si andrà a votare, i materani sceglieranno tra i tantissimi individui che si stanno candidando tra le tante liste le quali sono quasi tutte con nomi e simboli sconosciuti. L’alto numero di candidati e l’assenza di monogrammi, che riportano immediatamente a riferimenti valoriali, diventerà uno degli argomenti da approfondire nel dopo elezioni ed il criterio con cui i materani sceglieranno i nuovi componenti del consiglio sarà interpretabile solo a spoglio avvenuto, mentre ogni ipotesi in questo momento potrebbe apparire una provocazione da campagna elettorale.
Vorrei fare anch’io, a proposito di criteri o di scelte, un riferimento a Iosif Brodskij : “un uomo che ha gusto, e in particolare gusto letterario, è più refrattario ai ritornelli e agli incantesimi ritmici propri della demagogia politica in tutte le sue versioni” ….” Quanto più ricca è l’esperienza estetica di un individuo, quanto più sicuro è il suo gusto, tanto più netta sarà la sua scelta morale e tanto più libero, anche se non necessariamente felice, sarà lui stesso”.
Vorrei augurarci che i cittadini materani si rifacciano alla esperienza estetica sperando che sia la più ricca possibile e non alla più semplice e becera illusione della rendita immediata. Spesso chi governa e guarda alle scadenze elettorali cura e manutiene il consenso non con il bello ma con quello che ritiene più utile a se’.
Mi auguro e vorrei ancora una volta augurarci che se velocemente si dovesse andare a toccare il fondo non accada come diceva Freak Antoni (copio la citazione da Materatown) che – invece di risalire si può anche iniziare a scavare-.

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