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CATANZARO – La Squadra Mobile di Catanzaro ha sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, due persone, Giovanni Passalacqua, di 47 anni, e Giovanni Veneziano, di 35.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, al termine di indagini coordinate dalla Procura distrettuale antimafia del capoluogo regionale.

Gli indagati, secondo gli inquirenti «qualificati esponenti della criminalità locale», sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, a spese di un imprenditore catanzarese.

I due avevano fatto visita al titolare di un rinomato locale di ristorazione del quartiere marinaro del capoluogo,chiedendogli soldi per un servizio di “guardiania” al locale, che poteva essere preda, a loro dire, delle cattive intenzioni della criminalità nomade.

I due, evidenzia la polizia, «si accreditavano agli occhi dell’imprenditore facendogli presente che stavano parlando in nome e per conto dei clan mafiosi operanti lungo il litorale del medio e basso Ionio, certi di convincere la vittima a cedere al ricatto e a confidare nella loro “capacita'” di tenere a bada le intemperanze della criminalità rom».

La protezione che i due stavano imponendo all’imprenditore richiedeva, già alla costituzione del rapporto estorsivo, un primo emolumento. La vittima nella circostanza avrebbe corrisposto ai “protettori” solo un acconto rispetto alla richiesta. Intascato l’acconto, i due, secondo la ricostruzione degli inquirenti, hanno lasciato il locale, lasciando al titolare un loro recapito telefonico, con una velata minaccia consistita nel raccomandargli di custodirlo per bene, «perché di lì a breve ne avrebbe avuto bisogno».

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