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VIBO VALENTIA – I pubblici ministeri della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, Simona Rossi e Pierpaolo Bruni hanno chiesto al gup distrettuale il rinvio a giudizio per tutti gli indagati delle inchieste antimafia “Black money”, “Purgatorio” ed “Overseas”, operazioni che hanno colpito nel marzo scorso 2013 il clan Mancuso di Limbadi, egemone in provincia di Vibo Valentia. La richiesta di rinvio a giudizio – riunite le tre inchieste in un unico troncone – interessa complessivamente 46 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, estorsioni, minacce e detenzione di armi.
Fra i principali indagati, molti detenuti, per i quali è stato chiesto il processo ci sono i boss Antonio e Pantaleone Mancuso, oltre a Orazio Cicerone (nipote di Antonio Mancuso), Nunzio Callà (latitante), Giuseppe Mancuso, Giovanni Mancuso, Agostino Papaianni, Giovanni D’Aloi e Mario De Rito, tutti del Vibonese. Richiesta di rinvio a giudizio anche per i commercialisti di Catanzaro Giuseppe Ierace ed Ercole Palasciano e per gli imprenditori vibonesi Antonino Castagna, Antonio Prestia, Domenico De Lorenzo e Antonio Mamone, Antonio Velardo di Napoli e Alberto Caputo di Lamezia Terme.

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