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LA prudenza non è mai troppa. Un detto vecchio come il mondo, suonato come un monito, una campana incessante nel cervello di chi, a tutti i livelli istituzionali, dalla Regione alla Provincia, è preposto a decidere per la tutela della incolumità pubblica sulla Sp 176; fino ad indurli a chiudere un ponte visibilmente solido.

Quello che non si capisce, però, è che questa “prudenza eccessiva” sia stata esercitata senza alcuna verifica strumentale su quella struttura; il famigerato carotaggio, che i tecnici hanno annunciato ma non ancora effettuato. Allora, ci chiediamo, perchè passare a questo da una situazione oggettivamente a rischio, come quella di realizzare una bretella in terra battuta dove si deve procedere a 10 chilometri orari, salvo poi scoprire che essa è assolutamente inadeguata alla mole di traffico e, soprattutto, realizzata in una zona a forte rischio alluvionale, con un ponte a raso, che si è rivelato incapace di assorbire la portata di un torrentello in piena.

Perdipiù, come se non bastasse, il divieto di transito ai mezzi pesanti veniva puntualmente infranto da camion frigorifero e, secondo alcune testimonianze, anche dalle stesse autobotti dirette a Tecnoparco.

Tutto senza che gli opportuni controlli di chi è preposto a farli, fossero mai presenti sul posto, quando si  infrangeva il divieto.

Poi la morte tragica della povera Anna Lanzillotto. Un episodio gravissimo, già scongiurato per un puro evento fortuito, qualche mese prima, a febbraio, quando è crollato l’altro ponte pochi secondi dopo il passaggio di un’auto. Allora non aveva neppure piovuto.

Ciò che si contesta oggi, quindi, è il passaggio da un estremo, ovvero la chiusura di un ponte crollato il giorno dopo e poi la realizzazione di una bretella molto pericolosa, all’altro etremo di chiudere un ponte antico ma sostanzialmente solido, e comunque prima di effettuare una verifica strumentale precisa ed affidabile.

E’ vero che la prudenza non è mai troppa, ma forse servirebbe un pizzico di buon senso in più, chiudendo le strade quando sia realmente necessario ed inevitabile farlo.

Soprattutto in una regione come la nostra, dove la viabilità provinciale e in alcuni casi anche regionale, è prossima al collasso su più fronti (vedasi il ponte Calciano 2 sulla Basentana). Forse, se si procede con il metodo “nel dubbio chiudo”, si rischia di paralizzare intere fette di territorio, e non solo per il traffico commerciale.

a.corrado@luedi.it 

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