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REGGIO CALABRIA – «Finalmente si volta pagina e si conclude una esperienza politico-giudiziaria che, pur scandita da innegabili risultati, per la verità anche ex-ante conseguiti, resta una delle pagine più tenebrose della storia giudiziaria Reggina». Lo afferma il presidente della Commissione speciale di vigilanza del Consiglio regionale Aurelio Chizzoniti in una lettera aperta al nuovo procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho in cui afferma, tra l’altro, che il nuovo procuratore «siede su una polveriera». 

 «Il mio – afferma, tra l’altro, Chizzoniti – vuol essere soltanto un modesto ma sicuramente sincero, chiaro e deferente benvenuto per il suo purtroppo tardivo avvento nella nostra città. Lo stesso benvenuto, allora nella qualità di Presidente del Consiglio comunale di Reggio, ebbi modo di esprimerLo al suo predecessore ricevendo una gradita missiva di risposta autografa e stracolma di buoni propositi. Purtroppo rimasti deludentemente e mestamente tali. In questo contesto, la Procura Reggina ha registrato il grido di dolore lanciato dal giovane ed apprezzato sostituto Giuseppe Lombardo, che non ha esitato, dall’isolamento cui è stato costretto, a parlare di non indagini da parte di una Procura che ‘di fronte al potere politico si è spesso girata dall’altra partè. Mentre, paradossalmente all’interno della stessa, si sono registrate inquietanti attenzioni para-investigative nei confronti dell’aggiunto Nicola Gratteri, mediante una microspia, identica a quelle in dotazione alle forze dell’ordine, strategicamente e senza difficoltà, sistemata in uno sgabuzzino della Procura prudentemente utilizzato dal coraggioso magistrato. E che dire della recentissima intrusione all’interno dell’impenetrabile Procura? A caccia di cosa? Signor procuratore si chieda quale malavitoso possa aver coltivato ‘lo sfiziò ad esplorare fascicoli archiviati (intercettazioni preventive?) violando il Palazzo più protetto di Reggio. Si chieda, ancora, signor procuratore, perchè qualcuno con il blitz di qualche giorno addietro abbia tentato (?) di avvelenare i pozzi ed il perchè delle ingegnose astuzie volpine investigative sapientemente organizzate al fine di neutralizzare qualsivoglia aspirazione dell’ex aggiunto della Dna Alberto Cisterna. Oggi ibernato in quel di Tivoli. Se poi, Ella volesse opportunamente documentarsi sul perchè l’equilibrata e prudente Procura Generale in appena dieci mesi ha attivato per ben due volte l’istituto dell’avocazione, potrebbe spiegarsi le ragioni per le quali all’interno della Procura della Repubblica reggina si è consumato un clamoroso quanto devastante 8 settembre». «Le confermo – conclude Chizzoniti – la mia doverosa, incondizionata disponibilità, sia istituzionale che personale, a concorrere, nei limiti di quel poco o di quel tanto, a sostenere la sua azione innovativa indispensabile per contribuire all’appagamento della diffusa ansia di rinnovamento, arsura di riscatto e Giustizia che non può non coinvolgere il più alto presidio della legalità».
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