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POLISTENA – La banda musicale in apertura del corteo, i gonfaloni dei comuni della Piana e di diverse città calabresi, il mondo del volontariato, le associazioni, i sindacati e i giovani, tanti, in coda, il “colore” sprigionato dai due “giganti” Mata e Grifone e il ritmo battente dei tamburi. Quasi cinquemila persone hanno accompagnato per le vie di Polistena la manifestazione antimafia, voluta dall’Amministrazione comunale con in testa il sindaco Michele Tripodi. 

Una marea di persone animate da un unico desiderio: mettere da parte il potere mafioso e la corruzione. Una manifestazione che è servita a lanciare un messaggio di speranza in una città e in un comprensorio che da sempre vive a stretto contatto con la “brutta” realtà. Migliaia di voci, i calabresi che non si arrendono, hanno gridato, ancora una volta, un secco no alla mafia. Tanti anche gli striscioni, soprattutto quelli preparati dalla scuole e centinaia i palloncini colorati volati in cielo. Il lungo corteo partito dalla periferia sud, ha attraversato quasi tutta la città, fermandosi nei punti salienti di un percorso fatto di speranza. 

Prima tappa, via Giuseppe Impastato, la prima delle tre strade intitolate proprio ieri a vittime di mafia. “Cento passi” più avanti, seconda tappa in Piazza Giuseppe Valarioti, il segretario del Pci di Rosarno ucciso nel 1991, struggente la testimonianza dell’allora sindaco Giuseppe Lavorato. Qualche centinaio di metri e poi ecco la piazzetta intitolata al Giudice Antonino Scopelliti, altra vittima “eccellente”. Commossa la figlia Rosanna nel ricordare il padre che ha speso la sua vita per difendere il giusto. La marcia antimafia si è incamminata verso il centro storico, in via Trieste, altra tappa, davanti alla stele che ricorda i caduti di mafia, una corona di alloro e un minuto di silenzio e poi ancora in marcia verso la via da intitolare a don Pino Puglisi, il prete che ha “rotto le scatole” alla mafia. Infine il lungo corteo ha concluso il suo cammino in  Piazza del Popolo, sul palco, i racconti dei protagonisti, storie, battaglie, speranze. Hanno parlato: il sindaco Michele Tripodi, la parlamentare Angela Napoli, il sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, don Pino Demasi di Libera, i testimoni di giustizia Teresa Cordopatri e Gaetano Saffioti, Adriana Musella, Maria Ficara e il procuratore Ottavio Sperlazza. Infine, il testimone è passato alla musica con il concerto degli Etnosound. 

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