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ACRI – Circa 5.000 abitanti di Acri, comune del Cosentino con circa 20 mila residenti, sono scesi in piazza per protestare contro l’aumento, da loro definito «esasperante», di alcune tasse comunali, in particolare quelle relative ai rifiuti e all’acqua.

«Sono arrivate bollette – hanno detto i manifestanti – anche di 800-900 euro, con richieste di arretrati di migliaia di euro. Così non è possibile».

Il corteo dei manifestanti si è concluso davanti alla sede del Comune dove una delegazione è stata ricevuta dal vice sindaco Salvatore Ferraro. I cittadini di Acri hanno chiesto l’abbattimento dell’80% delle tariffe, appellandosi al regolamento comunale che recependo una norma nazionale prevede questa possibilità quando si verificano dei disservizi, come capitato lo scorso anno quando la raccolta dei rifiuti ha subito rallentamenti e stop. La risposta dell’Amministrazione, però, è stata negativa. L’aumento delle tasse, è stato ricordato nel corso dell’incontro, si è reso necessario dopo un’indicazione in tal senso della Corte dei Conti per evitare il dissesto dell’Ente. L’Amministrazione sarebbe però disponibile ad un taglio del 40% dal prossimo anno. Risposta, questa, giudicata insoddisfacente. Gli abitanti di Acri stanno ora valutando la possibilità di ricorrere ad una class action contro il Comune. 

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